Page 98 - Giorgio Vasari
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Cap. XXI. Del dipingere a olio in tavola e su tele.



               Fu  una  bellissima  invenzione  et  una  gran  commodità  all'arte  della
               pittura il trovare il colorito a olio, di che fu primo inventore in Fiandra
               Giovanni da Bruggia, il quale mandò la tavola a Napoli al re Alfonso
               et al duca d'Urbino Federico II la stufa sua; e fece un S. Gironimo che

               Lorenzo de' Medici aveva, e molte altre cose lodate. Lo seguitò poi
               Rugieri da Bruggia suo discipolo, et Ausse creato di Rugieri, che fece
               a' Portinari in S. Maria Nuova di Firenze un quadro picciolo, il qual è
               oggi apresso al duca Cosimo, et è di sua mano la tavola di Careggi,

               villa  fuori  di  Firenze  della  illustrissima  casa  de'  Medici.  Furono
               similmente  de'  primi  Lodovico  da  Luano  e  Pietro  Crista,  e  maestro
               Martino e Giusto da Guanto, che fece la tavola della comunione del
               duca d'Urbino et altre pitture, et Ugo d'Anversa, che fe' la tavola di S.

               Maria Nuova di Fiorenza. Questa arte condusse poi in Italia Antonello
               da Messina che molti anni consumò in Fiandra, e nel tornarsi di qua
               da' monti, fermatosi ad abitare in Venezia, la insegnò ad alcuni amici.
               Uno de' quali fu Domenico Veniziano che la condusse poi in Firenze,

               quando dipinse a olio la capella de' Portinari in S. Maria Nuova, dove
               la imparò Andrea dal Castagno, che la insegnò agli altri maestri, con i
               quali si andò ampliando l'arte et acquistando sino a Pietro Perugino, a
               Lionardo  da  Vinci  et  a  Rafaello  da  Urbino,  talmente  che  ella  s'è

               ridotta  a  quella  bellezza  che  gli  artefici  nostri  mercé  loro  l'hanno
               acquistata.

               Questa maniera di colorire accende più i colori, né altro bisogna che
               diligenza et amore, perché l'olio in sé si reca il colorito più morbido,
               più dolce e dilicato e di unione e sfumata maniera più facile che li

               altri; e mentre che fresco si lavora, i colori si mescolano e si uniscono
               l'uno  con  l'altro  più  facilmente;  et  insomma  gli  artefici  danno  in
               questo  modo  bellissima  grazia  e  vivacità  e  gagliardezza  alle  figure
               loro, talmente che spesso ci fanno parere di rilievo le loro figure e che
               ell'eschino  della  tavola,  e  massimamente  quando  elle  sono

               continovate di buono disegno con invenzione e bella maniera.

               Ma  per  mettere  in  opera  questo  lavoro  si  fa  così:  quando  vogliono
               cominciare, cioè ingessato che hanno le tavole o' quadri, gli radono, e
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