Page 95 - Giorgio Vasari
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quella pittura par più presto un tappeto colorito o un paro di carte da

               giocare,  che  carne  unita  o  panni  morbidi  o  altre  cose  piumose,
               delicate e dolci. Che sì come gli orecchi restano offesi da una musica
               che fa strepito o dissonanza o durezza (salvo però in certi luoghi e a'
               tempi, sì come io dissi degli sbattimenti), così restano offesi gli occhi

               da' colori troppo carichi o troppo crudi. Conciò sia che il troppo acceso
               offende il disegno, e lo abbacinato, smorto, abbagliato e troppo dolce
               pare una cosa spenta, vecchia ed affumicata; ma lo unito che tenga

               in fra lo acceso e lo abbagliato è perfettissimo e diletta l'occhio, come
               una musica unita et arguta diletta lo orecchio.

               Debbonsi  perdere  negli  scuri  certe  parti  delle  figure,  e  nella
               lontananza  della  istoria;  perché  oltre  che,  se  elle  fussono  nello
               apparire troppo vive et accese, confonderebbono le figure, elle dànno
               ancora,  restando  scure  et  abbagliate  quasi  come  campo,  maggiore

               forza  alle  altre  che  vi  sono  inanzi.  Né  si  può  credere  quanto  nel
               variare le carni con i colori, faccendole a' giovani più fresche che a'
               vecchi,  et  ai  mezzani  tra  il  cotto  et  il  verdiccio  e  gialliccio,  si  dia
               grazia  e  bellezza  alla  opera,  e  quasi  in  quello  stesso  modo  che  si

               faccia  nel  disegno,  l'aria  delle  vecchie  accanto  alle  giovani  et  alle
               fanciulle et a' putti; dove veggendosene una tenera e carnosa, l'altra
               pulita e fresca, fa nel dipinto una discordanza accordatissima. Et in
               questo  modo  si  debbe  nel  lavorare  metter  gli  scuri,  dove  meno

               offendino e faccino divisione, per cavare fuori le figure; come si vede
               nelle  pitture  di  Rafaello  da  Urbino  e  di  altri  pittori  eccellenti  che
               hanno tenuto questa maniera. Ma non si debbe tenere questo ordine
               nelle  istorie  dove  si  contrafacessino  lumi  di  sole  e  di  luna,  o  vero

               fuochi  o  cose  notturne;  perché  queste  si  fanno  con  gli  sbattimenti
               crudi e taglienti, come fa il vivo. E nella sommità dove sì fatto lume
               percuote, sempre vi sarà dolcezza et unione. Et in quelle pitture che
               aranno queste parti, si conoscerà che la intelligenza del pittore arà

               con  la  unione  del  colorito  campata  la  bontà  del  disegno,  dato
               vaghezza alla pittura, e rilievo e forza terribile alle figure.
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