Page 103 - Giorgio Vasari
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in più spartimenti di questa maniera; la qual'è oggi molto in uso per
fare le facce delle case e de' palazzi, così in Roma come per tutta
Italia.
Queste pitture si lavorano in due modi, prima in fresco, che è la vera,
o in tele per archi, che si fanno nell'entrate de' principi nelle città e
ne' trionfi, o negli apparati delle feste e delle comedie, perché in
simili cose fanno bellissimo vedere. Trattaremo prima della spezie e
sorte del fare in fresco, poi diremo de l'altra. Di questa sorte di
terretta si fanno i campi con la terra da fare i vasi, mescolando quella
con carbone macinato o altro nero per far l'ombre più scure, e bianco
di trevertino con più scuri e più chiari, e si lumeggiano col bianco
schietto, e con ultimo nero a ultimi scuri finite. Vogliono avere tali
specie fierezza, disegno, forza, vivacità e bella maniera, et essere
espresse con una gagliardezza che mostri arte e non stento, perché si
hanno a vedere et a conoscere di lontano. E con queste ancora
s'imitino le figure di bronzo, le quali col campo di terra gialla e rossa
s'abbozzano, e con più scuri di quello nero e rosso e giallo si
sfondano, e con giallo schietto si fanno i mezzi, e con giallo e bianco
si lumeggiano. E di queste hanno i pittori le facciate e le storie di
quelle con alcune statue tramezzate, che in questo genere hanno
grandissima grazia.
Quelle poi che si fanno per archi, comedie, o feste, si lavorano poi
che la tela sia data di terretta, cioè di quella prima terra schietta da
far vasi temperata con colla; e bisogna che essa tela sia bagnata di
dietro mentre l'artefice la dipigne, acciò che con quel campo di
terretta unisca meglio li scuri et i chiari della opera sua; e si costuma
temperare i neri di quelle con un poco di tempera; e si adoperano
biacche per bianco, e minio per dar rilievo alle cose che paiono di
bronzo, e giallolino per lumeggiare sopra detto minio; e per i campi e
per gli scuri le medesime terre gialle e rosse, et i medesimi neri che
io dissi nel lavorare a fresco, i quali fanno mezzi et ombre. Ombrasi
ancora con altri diversi colori altre sorte di chiari e scuri; come con
terra d'ombra, alla quale si fa la terretta di verde terra e gialla e
bianco; similmente con terra nera, che è un'altra sorte di verde terra
e nera, che la chiamano verdaccio.