Page 96 - Giorgio Vasari
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Cap. XIX. Del dipingere in muro: come si fa e perché si chiama lavorare in fresco.



               Di tutti gl'altri modi che i pittori faccino, il dipignere in muro è più
               maestrevole e bello, perché consiste nel fare in un giorno solo quello
               che nelli altri modi si può in molti ritoccare sopra il lavorato. Era dagli
               antichi molto usato il fresco, et i vecchi moderni ancora l'hanno poi

               seguitato. Questo si lavora su la calce che sia fresca, né si lascia mai
               sino a che sia finito quanto per quel giorno si vuole lavorare. Perché
               allungando  punto  il  dipignerla,  fa  la  calce  una  certa  crosterella  pel
               caldo, pel freddo, pel vento e pe' ghiacci, che muffa e macchia tutto il

               lavoro.  E  per  questo  vuole  essere  continovamente  bagnato  il  muro
               che si dipigne, et i colori che vi si adoperano, tutti di terre e non di
               miniere,  et  il  bianco  di  trevertino,  cotto.  Vuole  ancora  una  mano
               destra resoluta e veloce, ma sopra tutto un giudizio saldo et intero;

               perché i colori, mentre che il muro è molle, mostrano una cosa in un
               modo, che poi secco non è più quella. E però bisogna che in questi
               lavori a fresco giuochi molto più nel pittore il giudizio che il disegno, e
               che  egli  abbia  per  guida  sua  una  pratica  più  che  grandissima,

               essendo  sommamente  difficile  il  condurlo  a  perfezione.  Molti  de'
               nostri artefici vagliono assai negl'altri lavori, cioè a olio o a tempera,
               et in questo poi non riescono, per essere egli veramente il più virile,
               più sicuro, più resoluto e durabile di tutti gli altri modi, e quello che,

               nello  stare  fatto,  di  continuo  acquista  di  bellezza  e  di  unione  più
               degl'altri  infinitamente.  Questo  all'aria  si  purga,  e  dall'acqua  si
               difende, e regge di continuo a ogni percossa. Ma bisogna guardarsi di
               non avere a ritoccarlo co' colori che abbino colla di carnicci, o rosso

               d'uovo o gomma o draganti, come fanno molti pittori; perché, oltra
               che il muro non fa il suo corso di mostrare la chiarezza, vengono i
               colori apannati da quello ritoccar di sopra, e con poco spazio di tempo
               diventano  neri.  Però  quegli  che  cercano  lavorar  in  muro,  lavorino

               virilmente  a  fresco,  e  non  ritocchino  a  secco;  perché,  oltre  l'esser
               cosa vilissima, rende più corta vita alle pitture, come in altro luogo
               s'è detto.
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