Page 976 - Giorgio Vasari
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chiunche lo vede resta stupefatto; onde non è maraviglia se la sua
bontà fu cagione che nelle rovine dell'assedio di Firenze l'anno 1529
egli fusse lasciato stare in piedi, allora che i soldati e guastatori, per
comandamento di chi reggeva, rovinarono tutti i borghi fuor della
città, i monasteri, spedali e tutti altri edifizii. Costoro dico, avendo
rovinato la chiesa et il campanile di San Salvi e cominciando a
mandar giù parte del convento, giunti che furono al refettorio, dove è
questo Cenacolo, vedendo chi gli guidava e forse avendone udito
ragionare sì maravigliosa pittura, abbandonando l'impresa, non lasciò
rovinar altro di quel luogo, serbandosi a ciò fare quando non avessero
potuto fare altro.
Dopo fece Andrea alla Compagnia di San Iacopo detta il Nicchio, in un
segno da portare a processione, un San Iacopo che fa carezze,
toccandolo sotto il mento, a un putto vestito da Battuto et un altro
putto, che ha un libro in mano, fatto con bella grazia e naturale.
Ritrasse di naturale un commesso de' monaci di Vallonbrosa, che per
bisogni del suo monasterio si stava sempre in villa e fu messo sotto
un pergolato, dove aveva fatto suoi acconcimi e pergole con varie
fantasie e dove percuoteva assai l'acqua et il vento, sì come volle
quel commesso amico d'Andrea. E perché finita l'opera avanzò de'
colori e della calcina, Andrea, preso un tegolo, chiamò la Lucrezia sua
donna e le disse: "Vien qua, poiché ci sono avanzati questi colori, io ti
voglio ritrarre, acciò si veggia in questa tua età come ti sei ben
conservata, e si conosca nondimeno quanto hai mutato effigie e sia
per esser questo diverso dai primi ritratti". Ma non volendo la donna,
che forse aveva altra fantasia, star ferma, Andrea, quasi indovinando
esser vicino al suo fine, tolta una spera, ritrasse se medesimo in quel
tegolo, tanto bene che par vivo e naturalissimo. Il qual ritratto è
appresso alla detta Madonna Lucrezia sua donna, che ancor vive.
Ritrasse similmente un canonico pisano suo amicissimo, et il ritratto,
che è naturale e molto bello, è anco in Pisa. Cominciò poi, per la
Signoria, i cartoni che si avevano a colorire, per far le spalliere della
ringhiera di piazza con molte belle fantasie sopra i quartieri della
città, con le bandiere delle capitudini tenute da certi putti, con
ornamenti ancora dei simulacri di tutte le virtù, e parimente i monti e'