Page 971 - Giorgio Vasari
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degl'uomini  eccellenti  nelle  nostre  arti,  ma  generalmente  di  tutti  i
               virtuosi.  Da  questo  quadro  ne  sono  stati  ricavati  alcuni;  per  che
               avendolo don Silvano Razzi fidato a Zanobi Poggini pittore, acciò uno
               ne ritraesse a Bartolomeo Gondi, che ne lo richiese, ne furono ricavati
               alcuni  altri,  che  sono  in  Firenze  tenuti  in  somma  venerazione.  In

               questo  modo  adunque  passò  Andrea  senza  pericolo  il  tempo  della
               peste  e  quelle  donne  ebbero  dalla  virtù  di  tanto  uomo  quell'opera,
               che può stare al paragone delle più eccellenti pitture che siano state

               fatte a' tempi nostri; onde non è maraviglia se Ramazzotto, capo di
               parte a Scaricalasino, tentò per l'assedio di Firenze più volte d'averla,
               per  mandarla  a  Bologna  in  San  Michele  in  Bosco  alla  sua  capella.
               Tornato Andrea a Firenze, lavorò a Becuccio Bicchieraio da Gambassi,
               amicissimo suo, in una tavola una Nostra Donna in aria col Figliuolo

               in  collo,  et  abbasso  quattro  figure,  San  Giovanni  Battista,  S.  Maria
               Madalena,  S.  Bastiano  e  San  Rocco;  e  nella  predella  ritrasse  di
               naturale  esso  Becuccio  e  la  moglie,  che  sono  vivissimi.  La  quale

               tavola  è  oggi  a  Gambassi,  castello  fra  Volterra  e  Fiorenza  nella
               Valdelsa. A Zanobi Bracci per una capella della sua villa di Rovezzano
               fece un bellissimo quadro di una Nostra Donna, che allatta un Putto,
               et  un  Giuseppo  con  tanta  diligenza  che  si  staccano,  tanto  hanno
               rilievo, dalla tavola. Il quale quadro è oggi in casa di Messer Antonio

               Bracci,  figliuolo  di  detto  Zanobi.  Fece  anco  Andrea  nel  medesimo
               tempo  e  nel  già  detto  cortile  dello  Scalzo,  due  altre  storie;  in  una
               delle quali figurò Zacheria che sacrifica et ammutolisce nell'apparirgli

               l'Angelo;  nell'altra  è  la  Visitazione  di  Nostra  Donna,  bella  a
               maraviglia.

               Federigo Secondo duca di Mantoa, nel passare per Fiorenza, quando
               andò a far reverenza a Clemente Settimo, vide sopra una porta, in
               casa Medici, quel ritratto di papa Leone in mezzo al cardinale Giulio
               de'  Medici  et  al  cardinale  de'  Rossi,  che  già  fece  l'eccellentissimo

               Raffaello da Urbino; per che, piacendogli straordinariamente, pensò,
               come quello che si dilettava di così fatte pitture eccellenti, farlo suo.
               E così quando gli parve tempo, essendo in Roma, lo chiese in dono a
               papa  Clemente,  che  gliene  fece  grazia  cortesemente;  onde  fu

               ordinato  in  Fiorenza  a  Ottaviano  de'  Medici,  sotto  la  cui  cura  e
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