Page 980 - Giorgio Vasari
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poche cirimonie gli fu nella chiesa de' Servi vicino a casa sua dato
               sepoltura  dagli  uomini  dello  Scalzo,  dove  sogliono  sepellirsi  tutti
               quelli  di  quella  Compagnia.  Fu  la  morte  d'Andrea  di  grandissimo
               danno alla sua città et all'arte, perché insino all'età di quarantadue
               anni che visse, andò sempre di cosa in cosa migliorando di sorte, che

               quanto più fusse vivuto, sempre averebbe accresciuto miglioramento
               all'arte; perciò che meglio si va acquistando a poco a poco, andandosi
               col piede più sicuro e fermo nelle difficultà dell'arte, che non si fa in

               volere sforzare la natura e l'ingegno a un tratto. Né è dubbio che se
               Andrea si fusse fermo a Roma, quando egli vi andò per vedere l'opere
               di Raffaello e di Michelagnolo, e parimente le statue e le rovine di
               quella  città,  che  egli  averebbe  molto  arrichita  la  maniera  ne'
               componimenti delle storie et averebbe dato un giorno più finezza e

               maggior forza alle sue figure. Il che non è venuto fatto interamente,
               se  non  a  chi  è  stato  qualche  tempo  in  Roma  a  praticarle  e
               considerarle  minutamente.  Avendo  egli  dunque  dalla  natura  una

               dolce  e  graziosa  maniera  nel  disegno  et  un  colorito  facile  e  vivace
               molto, così nel lavorare in fresco, come a olio, si crede senza dubbio,
               se si fusse fermo in Roma, che egli averebbe avanzati tutti gl'artefici
               del tempo suo. Ma credono alcuni che da ciò lo ritraesse l'abondanza
               dell'opere che vidde in quella città di scultura e pittura, e così antiche

               come  moderne,  et  il  vedere  molti  giovani  discepoli  di  Raffaello  e
               d'altri essere fieri nel disegno e lavorare sicuri e senza stento; i quali,
               come timido che egli era, non gli diede il cuore di passare. E così,

               facendosi paura da sé, si risolvé per lo meglio tornarsene a Firenze,
               dove, considerando a poco a poco quello che avea veduto, fece tanto
               profitto che l'opere sue sono state tenute in pregio et amirate, e, che
               è più, imitate più dopo la morte che mentre visse. E chi n'ha le tien
               care,  e  chi  l'ha  volute  vendere  n'ha  cavato  tre  volte  più  che  non

               furono  pagate  a  lui,  atteso  che  delle  sue  cose  ebbe  sempre  poco
               prezzo, sì perché era, come si è detto, timido di natura, e sì perché
               certi  maestri  di  legname,  che  allora  lavoravano  le  migliori  cose  in

               casa  de'  cittadini,  non  gli  facevano  mai  allogare  alcun'opera,  per
               servire  gl'amici  loro,  se  non  quando  sapevano  che  Andrea  avesse
               gran bisogno, nel qual tempo si contentava d'ogni pregio. Ma questo
               non toglie che l'opere sue non siano rarissime e che non ne sia tenuto
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