Page 969 - Giorgio Vasari
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gabbia, tirata in prospettiva, con alcuni papagalli dentro e fuori, che
               sono cosa rarissima; e come sono ancora alcuni che guidano capre
               indiane, leoni, giraffi, leonze, lupi cervieri, scimie e mori et altre belle
               fantasie  accommodate  con  bella  maniera  e  lavorate  in  fresco
               divinissimamente, fece anco in su quelle scalee a sedere un nano che

               tiene in una scatola il camaleonte, tanto ben fatto, che non si può
               immaginare nella disformità della stranissima forma sua la più bella
               proporzione di quella che gli diede. Ma questa opera rimase, come s'è

               detto,  imperfetta  per  la  morte  di  papa  Leone.  E  se  bene  il  duca
               Alessandro  de'  Medici  ebbe  disiderio  che  Iacopo  da  Pontormo  la
               finisse,  non  ebbe  forza  di  far  sì  che  vi  mettessi  mano.  E  nel  vero
               ricevé  torto  grandissimo  a  restare  imperfetta,  essendo  per  cosa  di
               villa la più bella sala del mondo. Ritornato in Fiorenza, Andrea fece in

               un  quadro  una  mezza  figura  ignuda  d'un  S.  Giovan  Battista,  che  è
               molto bella, la quale gli fu fatta fare da Giovan Maria Benintendi, che
               poi  la  donò  al  signor  duca  Cosimo.  Mentre  le  cose  succedevano  in

               questa  maniera,  ricordandosi  alcuna  volta  Andrea  delle  cose  di
               Francia, sospirava di cuore; e se avesse pensato trovar perdono del
               fallo  commesso,  non  ha  dubbio  che  egli  vi  sarebbe  tornato.  E  per
               tentare  la  fortuna,  volle  provare  se  la  virtù  sua  gli  potesse  a  ciò
               essere giovevole. Fece addunque in un quadro un S. Giovanni Battista

               mezzo  ignudo,  per  mandarlo  al  gran  Maestro  di  Francia,  acciò  si
               adoperasse per farlo ritornare in grazia del re. Ma qualunche di ciò
               fusse  la  cagione,  non  glielo  mandò  altrimenti,  ma  lo  vendé  al

               magnifico Ottaviano de' Medici, il quale lo stimò sempre assai mentre
               visse,  sì  come  fece  anco  due  quadri  di  Nostre  Donne,  che  gli  fece
               d'una medesima maniera, i quali sono oggi nelle sue case. Né dopo
               molto  gli  fece  fare  Zanobi  Bracci  per  monsignore  di  San  Biause  un
               quadro, il quale condusse con ogni diligenza, sperando che potesse

               esser  cagione  di  fargli  riavere  la  grazia  del  re  Francesco,  il  quale
               desiderava  di  tornare  a  servire.  Fece  anco  un  quadro  a  Lorenzo
               Iacopi, di grandezza molto maggiore che l'usato, dentrovi una Nostra

               Donna  a  sedere  con  il  Putto  in  braccio  e  due  altre  figure,  che
               l'accompagnano, le quali seggono sopra certe scalee, che di disegno
               e colorito sono simili all'altre opere sue. Lavorò similmente un quadro
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