Page 939 - Giorgio Vasari
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Ritornato Baldassarre dopo questi lavori in Roma, fece amicizia
strettissima con Agostino Ghigi sanese, sì perché Agostino
naturalmente amava tutti i virtuosi e sì perché Baldassarre si faceva
sanese, onde poté con l'aiuto di tanto uomo trattenersi e studiare le
cose di Roma, massimamente d'architettura, nelle quali, per la
concorrenza di Bramante, fece in poco tempo maraviglioso frutto, il
che gli fu poi, come si dirà, di onore e d'utile grandissimo. Attese
anco alla prospettiva e si fece in quella scienzia tale che in essa pochi
pari a lui abbiam veduti a' tempi nostri operare; il che si vede
manifestamente in tutte l'opere sue. Avendo intanto papa Giulio
Secondo fatto un corridore in palazzo e vicino al tetto un'ucelliera, vi
dipinse Baldassarre tutti i mesi di chiaro scuro e gl'essercizii che si
fanno per ciascun d'essi in tutto l'anno; nella quale opera si veggiono
infiniti casamenti, teatri, anfiteatri, palazzi et altre fabbriche con bella
invenzione in quel luogo accomodate; lavorò poi nel palazzo di San
Giorgio, per il cardinale Raffaello Riario vescovo d'Ostia, in compagnia
d'altri pittori, alcune stanze, e fece una facciata dirimpetto a Messer
Ulisse da Fano e similmente quella di esso Messer Ulisse, nella quale
le storie che egli vi fece d'Ulisse gli diedero nome e fama
grandissima. Ma molto più gliene diede il modello, del palazzo
d'Agostino Ghigi, condotto con quella bella grazia che si vede, non
murato, ma veramente nato, e l'adornò fuori di terretta con istorie di
sua mano molto belle. La sala similmente è fatta in partimenti di
colonne, figurate in prospettiva, le quali con istrafori mostrano quella
essere maggiore. E, quello che è di stupenda maraviglia, vi si vede
una loggia in sul giardino dipinta da Baldassarre, con le storie di
Medusa, quando ella converte gl'uomini in sasso, che non può
immaginarsi più bella; et appresso quando Perseo le taglia la testa,
con molte altre storie ne' peducci di quella volta; e l'ornamento tirato
in prospettiva di stucchi e colori contrafatti è tanto naturale e vivo,
che anco agl'artefici eccellenti pare di rilievo. E mi ricorda che,
menando io il cavaliere Tiziano, pittore eccellentissimo et onorato, a
vedere quella opera, egli per niun modo voleva credere che quella
fusse pittura: per che, mutato veduta, ne rimase maravigliato. Sono
in questo luogo alcune cose fatte da fra' Sebastian Viniziano della