Page 942 - Giorgio Vasari
P. 942
forzato tornare a Siena a fare i disegni per le fortificazioni delle città,
che poi furono secondo l'ordine suo messe in opera.
Di poi, tornato a Roma e fatta la casa che è dirimpetto a' Farnese et
alcun'altre che sono dentro a quella città, fu da papa Leone X in
molte cose adoperato; il quale Pontefice, volendo finire la fabbrica di
San Piero cominciata da Giulio Secondo col disegno di Bramante, e
parendogli che fusse troppo grande edifizio e da reggersi poco
insieme, fece Baldassarre un nuovo modello magnifico e veramente
ingegnoso, e con tanto buon giudizio, che d'alcune parti di quello si
sono poi serviti gl'altri architetti. E di vero questo artefice fu tanto
diligente e di sì raro e bel giudizio che le cose sue furono sempre in
modo ordinate che non ha mai avuto pari nelle cose d'architettura,
per avere egli, oltre l'altre cose, quella professione con bella e buona
maniera di pittura accompagnato. Fece il disegno della sepoltura di
Adriano Sesto e quello che vi è dipinto intorno è di sua mano, e
Michelagnolo, scultore sanese, condusse la detta sepoltura di marmo,
con l'aiuto di esso Baldassarre; e quando si recitò al detto papa
Leone la Calandra, comedia del cardinale di Bibbiena, fece
Baldassarre l'apparato e la prospettiva che non fu manco bella, anzi
più assai che quella che aveva altra volta fatto, come si è detto di
sopra; et in queste sì fatte opere meritò tanto più lode, quanto per un
gran pezzo adietro l'uso delle comedie e conseguentemente delle
scene e prospettive era stato dismesso, facendosi in quella vece feste
e rappresentazioni. Et o prima o poi che si recitasse la detta
Calandra, la quale fu delle prime comedie volgari che si vedesse o
recitasse, basta che Baldassarre fece al tempo di Leone X due scene
che furono maravigliose et apersono la via a coloro che ne hanno poi
fatto a' tempi nostri. Né si può immaginare come egli in tanta
strettezza di sito accomodasse tante strade, tanti palazzi e tante
bizzarrie di tempii, di loggie e d'andare di cornici, così ben fatte che
parevano non finte, ma verissime, e la piazza non una cosa dipinta e
picciola, ma vera e grandissima. Ordinò egli similmente le lumiere, i
lumi di dentro che servono alla prospettiva e tutte l'altre cose che
facevano di bisogno con molto giudizio, essendosi, come ho detto,
quasi perduto del tutto l'uso delle comedie, la quale maniera di