Page 934 - Giorgio Vasari
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all'entrare  del  ponte,  avevano  fatto  danno,  perché  standovi  dentro
               alcuni  soldati  archibugieri  amazzavano  chiunche  s'affacciava  alle
               mura e con troppo danno, stando essi al sicuro levavano le diffese, si
               risolvé Sua Santità levare le dette cappelle e ne' luoghi loro mettere
               sopra due basamenti due statue di marmo. E così, fatto metter su il

               San Paulo di Paulo Romano, del quale si è in altro luogo ragionato, fu
               data a fare l'altra, cioè un San Pietro, a Lorenzetto, il quale si portò
               assai bene, ma non passò già quella di Paulo Romano. Le quali due

               statue furono poste e si veggiono oggi all'entrata del ponte. Venuto
               poi  a  morte  papa  Clemente,  furono  allogate  a  Baccio  Bandinelli  le
               sepolture di esso Clemente e quella di Leone Decimo et a Lorenzo
               data la cura del lavoro di quadro che vi si aveva a fare di marmo;
               onde egli si andò in questa opera qualche tempo trattenendo.

               Finalmente  quando  fu  creato  pontefice  papa  Paulo  III,  essendo

               Lorenzo molto male condotto et assai consumato, e non avendo altro
               che  una  casa,  la  quale  egli  stesso  si  aveva  al  Macello  de'  Corbi
               fabricato,  et  aggravato  di  cinque  figliuoli  et  altre  spese,  si  voltò  la
               fortuna  a  ingrandirlo  e  ristorarlo  per  altra  via.  Perciò  che  volendo

               papa Paulo che si seguitasse la fabrica di San Piero e non essendo più
               vivo né Baldassarri Sanese, né altri di coloro che vi avevano atteso,
               Antonio da San Gallo mise Lorenzo in quell'opera per architetto, dove
               si facevano le mura in cottimo a tanto la canna. Laonde in pochi anni

               fu  più  conosciuto  e  ristorato  Lorenzo  senza  affaticarsi,  che  non  era
               stato  in  molti  con  mille  fatiche,  avendo  in  quel  punto  propizio  Dio,
               gl'uomini  e  la  fortuna;  e  se  egli  fusse  più  lungamente  vivuto,
               averebbe anco molto meglio ristorato que' danni che la violenza della

               sorte,  quando  bene  operava,  indegnamente  gli  avea  fatto.  Ma
               condottosi  all'età  d'anni  XLVII  si  morì  di  febre  l'anno  1541.  Dolse
               infinitamente la morte di costui a molti amici suoi, che lo conobbero
               sempre amorevole e discreto; e perché egli visse sempre da uomo da

               bene  e  costumatamente,  i  deputati  di  San  Piero  gli  diedero  in  un
               deposito onorato sepolcro e posero in quello lo infrascritto epitaffio:



               SCULPTORI LAURENTIO FLORENTINO
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