Page 943 - Giorgio Vasari
P. 943
spettacolo avanza, per mio creder, quando ha tutte le sue
appartenenze, qualunche altro quanto si voglia magnifico e sontuoso.
Nella creazione poi di papa Clemente Settimo l'anno 1524, fece
l'apparato della coronazione e finì in San Piero la facciata della
capella maggiore di preperigni, già stata cominciata da Bramante. E
nella capella, dove è la sepoltura di bronzo di papa Sisto, fece di
pittura quegli Apostoli che sono di chiaro scuro nelle nicchie dietro
l'altare, et il disegno del tabernacolo del Sagramento, che è molto
grazioso. Venuto poi l'anno 1527, nel crudelissimo sacco di Roma, il
povero Baldassarre fu fatto prigione degli Spagnuoli, e non solamente
perdé ogni suo avere, ma fu anco molto straziato e tormentato: per
che, avendo egli l'aspetto grave, nobile e grazioso, lo credevano
qualche gran prelato travestito, o altro uomo atto a pagare una
grossissima taglia. Ma finalmente, avendo trovato quegli impiissimi
barbari che egli era un dipintore, gli fece un di loro, stato
affezionatissimo di Borbone fare il ritratto di quel sceleratissimo
capitano nimico di Dio e degli uomini, o che gliele facesse vedere così
morto o in altro modo che glielo mostrasse con disegni o con parole.
Dopo ciò, essendo uscito Baldassarre delle mani loro, imbarcò per
andarsene a Porto Ercole e di lì a Siena, ma fu per la strada di
maniera sua ligato e spogliato d'ogni cosa, che se n'andò a Siena in
camicia. Nondimeno, essendo onoratamente ricevuto e rivestito
dagl'amici, gli fu poco appresso ordinato provisione e salario dal
publico, acciò attendesse alla fortificazione di quella città, nella quale
dimorando ebbe due figliuoli, et oltre quello che fece per il publico,
fece molti disegni di case ai suoi cittadini, e nella chiesa del Carmino
il disegno dell'ornamento dell'organo, che è molto bello. Intanto
venuto l'essercito imperiale e del papa all'assedio di Firenze, Sua
Santità mandò Baldassarre in campo a Baccio Valori comissario, acciò
si servisse dell'ingegno di lui ne' bisogni del campo e
nell'espugnazione della città. Ma Baldassarre, amando più la libertà
dell'antica patria che la grazia del Papa, senza temer punto
l'indignazione di tanto Pontefice, non si volle mai adoperare in cosa
alcuna di momento, di che accortosi il Papa, gli portò per un pezzo
non piccolo odio. Ma finita la guerra, desiderando Baldassarre di
ritornare a Roma, i cardinali Salviati, Triulzi e Cesarino, i quali tutti