Page 925 - Giorgio Vasari
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con molti altri per dar fine all'ornamento di quella camera, secondo
l'ordine lasciato da Andrea Sansovino, finì del tutto Raffaello lo
Sposalizio di Nostra Donna, stato cominciato dal detto Sansovino,
conducendo molte cose a perfezzione con bella maniera, parte sopra
le bozze d'Andrea, parte di sua fantasia. Onde fu meritamente
stimato de' migliori artefici che vi lavorassino al tempo suo. Finita
quell'opera, Michelagnolo mise mano, per ordine di papa Clemente
Settimo, a dar fine, secondo l'ordine cominciato, alla sagrestia nuova
et alla libreria di San Lorenzo di Firenze; onde Michelagnolo,
conosciuta la virtù di Raffaello, si servì di lui in quell'opera, e fra
l'altre cose gli fece fare, secondo il modello che n'aveva egli fatto, il
San Damiano di marmo che è oggi in detta sagrestia, statua
bellissima e sommamente lodata da ognuno. Dopo la morte di
Clemente, trattenendosi Raffaello appresso al duca Alessandro de'
Medici, che allora faceva edificare la fortezza del Prato, gli fece di
pietra bigia in una punta del baluardo principale di detta fortezza,
cioè dalla parte di fuori, l'arme di Carlo Quinto imperatore, tenuta da
due Vittorie ignude e grandi quanto il vivo, che furono e sono molto
lodate. E nella punta d'un altro, cioè verso la città dalla parte di
mezzogiorno, fece l'arme del detto duca Alessandro della medesima
pietra con due figure. E non molto dopo lavorò un Crucifisso grande di
legno per le monache di Santa Apollonia. E per Alessandro Antinori,
allora nobilissimo e ricchissimo mercante fiorentino, nelle nozze d'una
sua figliuola, un apparato ricchissimo con statue, storie e molti altri
ornamenti bellissimi.
Andato poi a Roma, dal Buonarroto gli furono fatte fare due figure di
marmo, grandi braccia cinque, per la sepoltura di Giulio Secondo a
San Pietro in Vincula, murata e finita allora da Michelagnolo. Ma
amalandosi Rafaello mentre faceva questa opera, non poté mettervi
quello studio e diligenza che era solito, onde ne perdé di grado e
sodisfece poco a Michelagnolo. Nella venuta di Carlo Quinto
imperatore a Roma, facendo fare papa Paulo Terzo un apparato
degno di quell'invittissimo principe, fece Raffaello in sul ponte Santo
Agnolo di terra e stucchi quattordici statue tanto belle ch'elle furono
giudicate le migliori che fussero state fatte in quell'apparato; e, che è