Page 920 - Giorgio Vasari
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può  tanto  lodare  che  non  sia  poco.  E  perché  attese  anco
               all'architettura si rassettò col disegno di Benedetto, a Santo Apostolo
               di Firenze, la casa di Messer Oddo Altoviti, patrone e priore di quella
               chiesa; e Benedetto vi fece di marmo la porta principale e, sopra la
               porta della casa, l'arme degl'Altoviti di pietra di macigno et in essa il

               lupo  scorticato,  secco  e  tanto  spiccato  a  torno,  che  par  quasi
               disgiunto  dal  corpo  dell'arme,  con  alcuni  svolazzi  trasforati  e  così
               sottili,  che  non  di  pietra,  ma  paiono  di  sottilissima  carta.  Nella

               medesima  chiesa  fece  Benedetto  sopra  le  due  cappelle  di  Messer
               Bindo  Altoviti,  dove  Giorgio  Vasari  aretino  dipinse  a  olio  la  tavola
               della Concezzione, la sepoltura di marmo del detto Messer Oddo, con
               un  ornamento  intorno,  pieno  di  lodatissimi  fogliami  e  la  cassa
               parimente  bellissima.  Lavorò  ancora  Benedetto  a  concorrenza  di

               Iacopo Sansovino e di Baccio Bandinelli, come si è detto, uno degli
               Apostoli di quattro braccia e mezzo per Santa Maria del Fiore, cioè un
               San Giovanni Evangelista, che è figura assai ragionevole e lavorata

               con buon disegno e pratica. La quale figura è nell'Opera in compagnia
               dell'altre.

               L'anno poi 1515, volendo i capi e maggiori dell'Ordine di Vallombrosa
               traslatar il corpo di San Giovanni Gualberto dalla Badia di Passignano
               nella chiesa di Santa Trinita di Fiorenza, badia del medesimo Ordine,
               feciono fare a Benedetto il disegno e metter mano a una cappella e

               sepoltura insieme, con grandissimo numero di figure tonde e grandi
               quanto  il  vivo,  che  accomodatamente  venivano  nel  partimento  di
               quell'opera in alcune nicchie tramezzate di pilastri, pieni di fregiature
               e di grottesche intagliate sottilmente. E sotto a tutta questa opera

               aveva  ad  essere  un  basamento  alto  un  braccio  e  mezzo,  dove
               andavano storie della vita di detto San Giovangualberto et altri infiniti
               ornamenti  avevano  a  essere  intorno  alla  cassa  e  per  finimento
               dell'opera. In questa sepoltura dunque lavorò Benedetto, aiutato da

               molti intagliatori, dieci anni continui, con grandissima spesa di quella
               Congregazione,  e  condusse  a  fine  quel  lavoro  nelle  case  del
               Guarlondo, luogo vicino a San Salvi, fuor della porta alla Croce, dove
               abitava  quasi  di  continuo  il  generale  di  quell'Ordine  che  faceva  far

               l'opera.  Benedetto  dunque  condusse  di  maniera  questa  cappella  e
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