Page 875 - Giorgio Vasari
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et altre opere gli facesse, onde seco in Cortona lo condusse a abitare.
               E la prima opera che facesse fu la facciata di casa sua, che è volta su
               la piazza, la quale dipinse di chiaro oscuro e dentro vi fece Crotone e
               gli altri primi fondatori di quella città. Laonde il cardinale, conoscendo
               Guglielmo  non  meno  buona  persona  che  ottimo  maestro  di  quella

               arte,  gli  fece  fare  nella  Pieve  di  Cortona  la  fenestra  della  cappella
               maggiore;  nella  quale  fece  la  Natività  di  Cristo  et  i  Magi  che
               l'adorano.  Aveva  Guglielmo  bello  spirito,  ingegno  e  grandissima

               pratica  nel  maneggiare  i  vetri,  e  massimamente  nel  dispensare  in
               modo i colori che i chiari venissero nelle prime figure et i più oscuri, di
               mano in mano, in quelle che andavano più lontane; et in questa parte
               fu  raro  e  veramente  eccellente.  Ebbe  poi  nel  dipignergli  ottimo
               giudizio,  onde  conduceva  le  figure  tanto  unite  che  elle  si

               allontanavano  a  poco  a  poco,  per  modo  che  non  si  apiccavano,  né
               con i casamenti, né con i paesi, e parevano dipinte in una tavola o
               più  tosto  di  rilievo.  Ebbe  invenzione  e  varietà  nella  composizione

               delle storie e le fece ricche e molto accomodate, agevolando il modo
               di  fare  quelle  pitture  che  vanno  commesse  di  pezzi  di  vetri,  il  che
               pareva  et  è  veramente,  a  chi  non  ha  questa  pratica  e  destrezza,
               difficilissimo. Disegnò costui le sue pitture per le finestre con tanto
               buon modo et ordine, che le commettiture de' piombi e de' ferri che

               attraversano  in  certi  luoghi  l'accomodarono  di  maniera  nelle
               congiunture  delle  figure  e  nelle  pieghe  de'  panni,  che  non  si
               conoscano,  anzi  davano  tanta  grazia  che  più  non  arebbe  fatto  il

               pennello e così seppe fare della necessità virtù.
               Adoprava Guglielmo solamente di due sorti colori per ombrare que'

               vetri che voleva reggessino al fuoco: l'uno fu scaglia di ferro e l'altro
               scaglia di rame. Quella di ferro nera gl'ombrava i panni, i capelli et i
               casamenti, e l'altra, cioè quella di rame, che fa tané, le carnagioni. Si
               serviva  anco  assai  d'una  pietra  dura,  che  viene  di  Fiandra  e  di

               Francia,  che  oggi  si  chiama  lapis  amotica,  che  è  di  colore  rosso  e
               serve molto per brunire l'oro; e pesta prima in un mortaio di bronzo e
               poi con un macinello di ferro sopra una piastra di rame o d'ottone e
               temperata  a  gomma,  in  sul  vetro  fa  divinamente.  Non  aveva

               Guglielmo, quando prima arivò a Roma, se bene era pratico nell'altre
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