Page 873 - Giorgio Vasari
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VITA DI GUGLIELMO DA MARCILLA PITTORE FRANZESE E
MAESTRO DI FINESTRE INVETRIATE
In questi medesimi tempi, dotati da Dio di quella maggior felicità che
possino aver l'arti nostre, fiorì Guglielmo da Marcilla franzese, il
quale, per la ferma abitazione et affezione che e' portò alla città
d'Arezzo, si può dire se la eleggesse per patria, che da tutti fussi
reputato e chiamato aretino. E veramente de' benefizii che si cavano
della virtù è uno, che sia pure di che strana e lontana regione o
barbara et incognita nazione quale uomo si voglia, pure che egli
abbia lo animo ornato di virtù e con le mani faccia alcuno esercizio
ingegnoso, nello apparir nuovo in ogni città dove e' camina,
mostrando il valor suo, tanta forza ha l'opera virtuosa che di lingua in
lingua in poco spazio gli fa nome e le qualità di lui diventano
pregiatissime et onoratissime.
E spesso avviene a infiniti, che di lontano hanno lasciato le patrie
loro, nel dare d'intoppo in nazioni che siano amiche delle virtù e de'
forestieri per buono uso di costumi, trovarsi accarezzati e riconosciuti
sì fattamente, ch'e' si scordano il loro nido natìo et un altro nuovo
s'eleggono per ultimo riposo; come per ultimo suo nido elesse Arezzo,
Guglielmo, il quale nella sua giovanezza attese in Francia all'arte del
disegno et insieme con quello diede opera alle finestre di vetro, nelle
quali faceva figure di colorito non meno unite che se elle fossero
d'una vaghissima et unitissima pittura a olio.
Costui ne' suoi paesi, persuaso da' prieghi d'alcuni amici suoi, si
ritrovò alla morte d'un loro inimico, per la qual cosa fu sforzato nella
Religione di San Domenico in Francia pigliare l'abito di frate, per
essere libero dalla corte e da la giustizia. E se bene egli dimorò nella
religione, non però mai abbandonò gli studi dell'arte, anzi
continuando gli condusse ad ottima perfezzione. Fu per ordine di
papa Giulio II dato commissione a Bramante da Urbino di far fare in
palazzo molte finestre di vetro, perché nel domandare che egli fece