Page 878 - Giorgio Vasari
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chi vuol vedere quanto abbia in questa arte potuto la mano del priore

               nella finestra di San Matteo sopra la cappella di esso Apostolo, guardi
               la mirabile invenzione di questa istoria e vedrà vivo Cristo chiamare
               Matteo  dal  banco,  che  lo  seguiti,  il  quale  aprendo  le  braccia  per
               riceverlo  in  sé,  abbandona  le  acquistate  ricchezze  e  tesori.  Et  in

               questo mentre uno Apostolo, addormentato appiè di certe scale, si
               vede essere svegliato da un altro con prontezza grandissima, e nel
               medesimo  modo  vi  si  vede  ancora  un  S.  Piero  favellare  con  San

               Giovanni, sì belli l'uno e l'altro che veramente paiono divini; in questa
               finestra  medesima  sono  i  tempi  di  prospettiva,  le  scale  e  le  figure
               talmente composte, et i paesi sì proprii fatti che mai non si penserà
               che sien vetri, ma cosa piovuta da cielo a consolazione degli uomini.
               Fece  in  detto  luogo  la  finestra  di  Santo  Antonio  e  di  San  Niccolò

               bellissime  e  due  altre,  dentrovi  nella  una  la  storia  quando  Cristo
               caccia i vendenti del tempio e nell'altra l'adultera, opere veramente
               tutte  tenute  egregie  e  maravigliose.  E  talmente  furono  di  lode,  di

               carezze  e  di  premii  le  fatiche  e  le  virtù  del  priore  dagli  Aretini
               riconosciute  et  egli  di  tal  cosa  tanto  contento  e  sodisfatto,  che  si
               risolvette  eleggere  quella  città  per  patria,  e  di  Franzese  che  era
               diventare Aretino.

               Appresso,  considerando  seco  medesimo  l'arte  de'  vetri  essere  poco
               eterna  per  le  rovine  che  nascono  ognora  in  tali  opre,  gli  venne

               desiderio  di  darsi  alla  pittura  e  così  dagli  Operai  di  quel  Vescovo
               prese  a  fare  tre  grandissime  volte  a  fresco,  pensando  lasciar  di  sé
               memoria. E gli Aretini in ricompensa, gli fecero dare un podere, ch'era
               della Fraternità di Santa Maria della Misericordia, vicino alla terra, con

               bonissime case a godimento della vita sua. E volsero che, finita tale
               opera, fosse stimato per uno egregio artefice il valor di quella e che
               gli  Operai  di  ciò  gli  facessino  buono  il  tutto.  Perché  egli  si  mise  in
               animo  di  farsi  in  ciò  valere  et  alla  similitudine  delle  cose  della

               cappella di Michelagnolo, fece le figure per la altezza grandissime. E
               poté  in  lui  talmente  la  voglia  di  farsi  eccellente  in  tale  arte,  che
               ancora che ei fosse di età di cinquanta anni, migliorò di cosa in cosa
               di modo che mostrò non meno conoscere et intendere il bello, che in

               opera dilettarsi contrafare il buono. Figurò i principi del Testamento
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