Page 863 - Giorgio Vasari
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alla natura loro: pittura e poesia veramente bellissima. Fecevi fare da
               Giovanni  da  Udine  un  ricinto  alle  storie  d'ogni  sorte  fiori,  foglie  e
               frutte in festoni che non possono esser più belli. Fece l'ordine delle
               architetture  delle  stalle  de'  Ghigi  e  nella  chiesa  di  Santa  Maria  del
               Popolo  l'ordine  della  cappella  di  Agostino  sopra  detto.  Nella  quale,

               oltre  che  la  dipinse,  diede  ordine  che  si  facesse  una  maravigliosa
               sepoltura; et a Lorenzetto scultor fiorentino fece lavorar due figure,
               che  sono  ancora  in  casa  sua  al  Macello  de'  Corbi  in  Roma.  Ma  la

               morte di Raffaello e poi quella di Agostino fu cagione che tal cosa si
               desse a Sebastian Viniziano.

               Era Raffaello in tanta grandezza venuto che Leon X ordinò che egli
               cominciasse  la  sala  grande  di  sopra,  dove  sono  le  vittorie  di
               Gostantino, alla quale egli diede principio. Similmente venne volontà
               al Papa di far panni d'arazzi ricchissimi d'oro e di seta in filaticci; per

               che Raffaello fece in propria forma e grandezza di tutti di sua mano i
               cartoni coloriti, i quali furono mandati in Fiandra a tessersi, e finiti i
               panni  vennero  a  Roma.  La  quale  opera  fu  tanto  miracolosamente
               condotta  che  reca  maraviglia  il  vederla  et  il  pensare  come  sia

               possibile avere sfilato i capegli e le barbe e dato col filo morbidezza
               alle  carni;  opera  certo  più  tosto  di  miracolo  che  d'artificio  umano,
               perché in essi sono acque, animali, casamenti e talmente ben fatti
               che  non  tessuti,  ma  paiono  veramente  fatti  col  pennello.  Costò

               questa opra 70 mila scudi e si conserva ancora nella cappella papale.
               Fece  al  cardinale  Colonna  un  San  Giovanni  in  tela,  il  quale,
               portandogli  per  la  bellezza  sua  grandissimo  amore  e  trovandosi  da
               una infirmità percosso, gli fu domandato in dono da Messer Iacopo da

               Carpi medico che lo guarì e, per averne egli voglia, a sé medesimo lo
               tolse parendogli aver seco obligo infinito et ora si ritrova in Fiorenza
               nelle  mani  di  Francesco  Benintendi.  Dipinse  a  Giulio  cardinale  de'
               Medici e vice cancelliere una tavola della Trasfigurazione di Cristo per

               mandare  in  Francia,  la  quale  egli  di  sua  mano,  continuamente
               lavorando,  ridusse  ad  ultima  perfezzione.  Nella  quale  storia  figurò
               Cristo  trasfigurato  nel  Monte  Tabor  et  appié  di  quello  gli  undici
               Discepoli  che  lo  aspettano;  dove  si  vede  condotto  un  giovanetto

               spiritato acciò che Cristo sceso del monte lo liberi, il quale giovanetto
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