Page 859 - Giorgio Vasari
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fuoco; dove si vede nella figura del giovane, l'animo e la forza et il
               patire di tutte le membra dal peso del vecchio abbandonato a dosso
               a  quel  giovane;  seguitalo  una  vecchia  scalza  e  sfibbiata  che  viene
               fuggendo  il  fuoco  et  un  fanciulletto  'gnudo,  loro  innanzi.  Così  dal
               sommo  d'una  rovina  si  vede  una  donna  ignuda  tutta  rabbuffata  la

               quale avendo il figliuolo in mano, lo getta ad un suo, che è campato
               dalle  fiame  e  sta  nella  strada  in  punta  di  piede  a  braccia  tese  per
               ricevere il fanciullo in fasce; dove non meno si conosce in lei l'affetto

               del cercare di campare il figliuolo che il patire di sé nel pericolo dello
               ardentissimo fuoco che la avvampa; né meno passione si scorge in
               colui che lo piglia, per cagione d'esso putto che per cagion del proprio
               timor della morte; né si può esprimere quello che si imaginò questo
               ingegnosissimo e mirabile artefice in una madre che, messosi i figlioli

               innanzi, scalza, sfibbiata, scinta e rabbuffato il capo, con parte delle
               veste in mano, gli batte perché e' fugghino dalla rovina e da quello
               incendio  del  fuoco.  Oltre  che  vi  sono  ancor  alcune  femmine  che,

               inginocchiate  dinanzi  al  Papa,  pare  che  prieghino  Sua  Santità  che
               faccia che tale incendio finisca.

               L'altra storia è del medesimo S. Leon IIII dove ha finito il porto di
               Ostia  occupato  da  una  armata  di  Turchi,  che  era  venuta  per  farlo
               prigione. Veggonvisi i Cristiani combattere in mare l'armata e già al
               porto  esser  venuti  prigioni  infiniti  che  d'una  barca  escano  tirati  da

               certi soldati per la barba con bellissime cere e bravissime attitudini e
               con una differenza di abiti da galeotti sono menati innanzi a S. Leone
               che è figurato e ritratto per papa Leone X. Dove fece Sua Santità in
               pontificale,  in  mezzo  del  cardinale  Santa  Maria  in  Portico,  cioè

               Bernardo Divizio da Bibbiena, e Giulio de' Medici cardinale che fu poi
               Papa  Clemente.  Né  si  può  contare  minutissimamente  le  belle
               avvertenze  che  usò  questo  ingegnosissimo  artefice  nelle  arie  de'
               prigioni, che senza lingua si conosce il dolore, la paura e la morte.

               Sono  nelle  altre  due  storie  quando  papa  Leone  X  sagra  il  re
               cristianissimo Francesco I di Francia, cantando la messa in pontificale
               e benedicendo gli olii per ugnerlo et insieme la corona reale: dove,
               oltra il numero de' cardinali e vescovi in pontificale che ministrano, vi

               ritrasse molti ambasciatori et altre persone di naturale, e così certe
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