Page 862 - Giorgio Vasari
P. 862

della collera che la superbia invelenita e gonfia adopera contra chi
               opprime la grandezza di chi è privo di regno dove sia pace, e certo di
               avere a provare continovamente pena. Il contrario si scorge nel San
               Michele, che ancora che e' sia fatto con aria celeste, accompagnato
               dalle armi di ferro e di oro, ha nondimeno bravura e forza e terrore,

               avendo  già  fatto  cader  Lucifero,  e  quello  con  una  zagaglia  gettato
               rovescio; insomma fu sì fatta questa opera che meritò averne da quel
               re onoratissimo premio. Ritrasse Beatrice Ferrarese et altre donne e

               particularmente quella sua et altre infinite.
               Fu Raffaello persona molto amorosa et affezzionata alle donne, e di

               continuo  presto  ai  servigi  loro.  La  qual  cosa  fu  cagione  che,
               continuando  i  diletti  carnali,  egli  fu  dagl'amici,  forse  più  che  non
               conveniva, rispettato e compiaciuto. Onde facendogli Agostin Ghigi,
               amico suo caro, dipignere nel palazzo suo la prima loggia, Raffaello

               non poteva molto attendere a lavorare per lo amore che portava ad
               una sua donna; per il che Agostino si disperava di sorte, che per via
               d'altri e da sé, e di mezzi ancora, operò sì che appena ottenne che
               questa sua donna venne a stare con esso in casa continuamente, in

               quella parte dove Raffaello lavorava, il che fu cagione che il lavoro
               venisse  a  fine.  Fece  in  questa  opera  tutti  i  cartoni  e  molte  figure
               colorì di sua mano in fresco. E nella volta fece il concilio degli dèi in
               cielo; dove si veggono nelle loro forme molti abiti e lineamenti cavati

               dall'antico,  con  bellissima  grazia  e  disegno  espressi;  e  così  fece  le
               nozze  di  Psiche  con  ministri  che  servon  Giove,  e  le  Grazie  che
               spargono  i  fiori  per  la  tavola;  e  ne'  peducci  della  volta  fece  molte
               storie, fra le quali in una è Mercurio col flauto che volando par che

               scenda dal cielo, et in un'altra è Giove con gravità celeste che bacia
               Ganimede; e così di sotto nell'altra il carro di Venere e le Grazie che
               con Mercurio tirano al ciel Psiche e molte altre storie poetiche negli
               altri peducci. E negli spicchi della volta, sopra gl'archi fra peduccio e

               peduccio,  sono  molti  putti  che  scortano,  bellissimi,  i  quali  volando
               portano tutti gli strumenti degli dèi: di Giove il fulmine e le saette, di
               Marte gli elmi, le spade e le targhe, di Vulcano i martelli, di Ercole la
               clava e la pelle del lione, di Mercurio il caduceo, di Pan la sampogna,

               di Vertunno i rastri della agricoltura. E tutti hanno animali appropriati
   857   858   859   860   861   862   863   864   865   866   867