Page 858 - Giorgio Vasari
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essendo ella messa in mare per essere portata in Palermo, una
orribile tempesta percosse ad uno scoglio la nave che la portava, di
maniera che tutta si aperse e si perderono gli uomini e le mercanzie,
eccetto questa tavola solamente che, così incassata come era, fu
portata dal mare in quel di Genova; dove ripescata e tirata in terra,
fu veduta essere cosa divina e per questo messa in custodia;
essendosi mantenuta illesa e senza macchia o difetto alcuno, perciò
che sino alla furia de' venti e l'onde del mare ebbono rispetto alla
bellezza di tale opera, della quale, divulgandosi poi la fama,
procacciarono i monaci di riaverla, et appena che con favori del Papa
ella fu renduta loro, che satisfecero, e bene, coloro che l'avevano
salvata. Rimbarcatala dunque di nuovo e condottola pure in Sicilia, la
posero in Palermo, nel qual luogo ha più fama e riputazione che 'l
monte di Vulcano.
Mentre che Raffaello lavorava queste opere, le quali non poteva
mancare di fare, avendo a servire per persone grandi e segnalate,
oltra che ancora per qualche interesse particulare non poteva disdire,
non restava però con tutto questo di seguitare l'ordine che egli aveva
cominciato de le camere del papa e de le sale, nelle quali del
continuo teneva delle genti che con i disegni suoi medesimi gli
tiravano innanzi l'opera et egli, continuamente rivedendo ogni cosa,
suppliva con tutti quelli aiuti migliori che egli più poteva ad un peso
così fatto. Non passò dunque molto che egli scoperse la camera di
torre Borgia, nella quale aveva fatto in ogni faccia una storia, due
sopra le finestre e due altre in quelle libere. Era in uno lo incendio di
Borgo Vecchio di Roma che, non possendosi spegnere il fuoco, San
Leone IIII si fa alla loggia di palazzo e con la benedizzione lo
estingue interamente. Nella quale storia si veggiono diversi pericoli
figurati, da una parte vi sono femmine che dalla tempesta del vento,
mentre elle portano acqua per ispegnere il fuoco con certi vasi in
mano et in capo, sono aggirati loro i capegli et i panni con una furia
terribilissima; altri che si studiano buttare acqua, accecati dal fummo,
non cognoscono se stessi. Dall'altra parte v'è figurato, nel medesimo
modo che Vergilio descrive che Anchise fu portato da Enea, un
vecchio ammalato, fuor di sé per l'infermità e per le fiamme del