Page 857 - Giorgio Vasari
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donna,  la  quale  Raffaello  amò  sino  alla  morte  e  di  quella  fece  un
               ritratto  bellissimo  che  pareva  viva  viva,  il  quale  è  oggi  in  Fiorenza
               appresso  il  gentilissimo  Matteo  Botti,  mercante  fiorentino,  amico  e
               familiare d'ogni persona virtuosa e massimamente dei pittori, tenuta
               da  lui  come  reliquia  per  l'amore  che  egli  porta  all'arte  e

               particularmente  a  Raffaello.  Né  meno  di  lui  stima  l'opere  dell'arte
               nostra  e  gli  artefici  il  fratello  suo  Simon  Botti,  che  oltra  lo  esser
               tenuto da tutti noi per uno de' più amorevoli che faccino beneficio agli

               uomini di queste professioni è da me particulare tenuto e stimato per
               il migliore e maggiore amico che si possa per lunga esperienza aver
               caro; oltra al giudicio buono che egli ha e mostra nelle cose dell'arte.
               Ma, per tornare alle stampe, il favorire Raffaello il Baviera fu cagione
               che  si  destasse  poi  Marco  da  Ravenna  et  altri  infiniti,  per  sì  fatto

               modo che le stampe in rame fecero, de la carestia loro, quella copia
               che al presente veggiamo. Per che Ugo da Carpi con belle invenzioni,
               avendo  il  cervello  volto  a  cose  ingegnose  e  fantastiche,  trovò  le

               stampe  di  legno,  che  con  tre  stampe  possono  il  mezzo,  il  lume  e
               l'ombra contrafare, le carte di chiaro oscuro, la quale certo fu cosa di
               bella  e  capricciosa  invenzione  e  di  questa  ancora  è  poi  venuta
               abbondanza,  come  si  dirà  nella  vita  di  Marcantonio  Bolognese  più
               minutamente.

               Fece  poi  Raffaello  per  il  monasterio  di  Palermo  detto  Santa  Maria

               dello Spasmo, de' frati di Monte Oliveto, una tavola d'un Cristo che
               porta la croce, la quale è tenuta cosa maravigliosa; conoscendosi in
               quella la impietà de' crocifissori che lo conducono alla morte al monte
               Calvario con grandissima rabbia, dove il Cristo, appassionatissimo nel

               tormento dello avvicinarsi alla morte, cascato in terra per il peso del
               legno della croce e bagnato di sudore e di sangue, si volta verso le
               Marie,  che  piangono  dirotissimamente.  Oltre  ciò  si  vede  fra  loro
               Veronica che stende le braccia porgendoli un panno, con uno affetto

               di carità grandissima; senzaché l'opera è piena di armati a cavallo et
               a piede, i quali sboccano fuora della porta di Gerusalemme con gli
               stendardi  della  giustizia  in  mano,  in  attitudini  varie  e  bellissime.
               Questa tavola, finita del tutto, ma non condotta ancora al suo luogo,

               fu  vicinissima  a  capitar  male,  perciò  che,  secondo  che  e'  dicono,
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