Page 853 - Giorgio Vasari
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pontefice, il quale lo cacciò con le sole benedizzioni. Fece Raffaello in
questa storia San Pietro e San Paulo in aria con le spade in mano, che
vengono a difender la Chiesa. E se bene la storia di Leon III non dice
questo, egli nondimeno per capriccio suo volse figurarla forse così,
come interviene molte volte che così le pitture come le poesie vanno
vagando, per ornamento dell'opera, non si discostando però per
modo non conveniente dal primo intendimento. Vedesi in quegli
Apostoli quella fierezza et ardire celeste che suole il giudizio divino
molte volte mettere nel volto de' servi suoi per difender la santissima
religione; e ne fa segno Atila, il quale si vede sopra un cavallo nero
balzano e stellato in fronte, bellissimo quanto più si può, il quale con
attitudine spaventosa alza la testa e volta la persona in fuga. Sonovi
altri cavalli bellissimi e massimamente un gianetto macchiato, che è
cavalcato da una figura, la quale ha tutto lo ignudo coperto di scaglie
a guisa di pesce, il che è ritratto da la colonna Traiana, nella quale
son i popoli armati in quella foggia. E si stima ch'elle siano arme fatte
di pelle di coccodrilli. Èvvi Monte Mario che abrucia, mostrando che
nel fine della partita de' soldati gli aloggiamenti rimangono sempre in
preda alle fiamme. Ritrasse ancora di naturale alcuni mazzieri che
accompagnano il papa, i quali son vivissimi e così i cavalli dove son
sopra et il simile la corte de' cardinali et alcuni palafrenieri che
tengono la chinea sopra cui è a cavallo in pontificale, ritratto non
men vivo che gli altri, Leon X e molti cortigiani, cosa leggiadrissima
da vedere a proposito in tale opera et utilissima a l'arte nostra,
massimamente per quegli che di tali cose son digiuni. In questo
medesimo tempo fece a Napoli una tavola, la quale fu posta in San
Domenico nella cappella dove è il Crocifisso che parlò a San Tomaso
d'Aquino; dentro vi è la Nostra Donna, San Girolamo vestito da
cardinale et uno angelo Raffaello ch'accompagna Tobia. Lavorò un
quadro al signor Leonello da Carpi, signor di Meldola, il quale ancor
vive di età più che novanta anni, il quale fu miracolosissimo di
colorito e di bellezza singulare. Atteso che egli è condotto di forza e
d'una vaghezza tanto leggiadra che io non penso che e' si possa far
meglio; vedendosi nel viso della Nostra Donna una divinità e ne la
attitudine una modestia che non è possibile migliorarla. Finse che ella
a man giunte adori il Figliuolo che le siede in su le gambe, facendo