Page 852 - Giorgio Vasari
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per terra, cadendo chi gli portava per un subito orrore e spavento che
era nato in tutte le genti di Eliodoro. Et appartato da questi si vede il
santissimo Onia pontefice, pontificalmente vestito, con le mani e con
gli occhi al cielo, ferventissimamente orare, afflitto per la
compassione de' poverelli che quivi perdevano le cose loro et allegro
per quel soccorso che dal ciel sente sopravenuto. Veggonsi oltra ciò,
per bel capriccio di Raffaello, molti saliti sopra i zoccoli del
basamento et abbracciatisi alle colonne, con attitudini disagiatissime,
stare a vedere; et un popolo tutto attonito in diverse e varie maniere,
che aspetta il successo di questa cosa. E fu questa opera tanto
stupenda in tutte le parti che anco i cartoni sono tenuti in
grandissima venerazione; onde Messer Francesco Masini, gentiluomo
di Cesena, il quale senza aiuto di alcun maestro, ma infin da
fanciulezza guidato da straordinario instinto di natura, dando da sé
medesimo opera al disegno et alla pittura, ha dipinto quadri che sono
stati molto lodati dagli intendenti dell'arte, ha, fra molti suoi disegni
et alcuni rilievi di marmo antichi, alcuni pezzi del detto cartone che
fece Raffaello per questa istoria d'Eliodoro, e gli tiene in quella stima
che veramente meritano. Né tacerò che Messer Niccolò Masini, il
quale mi ha di queste cose dato notizia, è come in tutte l'altre cose
virtuosissimo delle nostre arti veramente amatore. Ma, tornando a
Raffaello, nella volta poi che vi è sopra fece quattro storie:
l'apparizione di Dio ad Abraam nel promettergli la moltiplicazione del
seme suo, il sacrificio d'Isaac, la scala di Iacob e 'l rubo ardente di
Moisè, nella quale non si conosce meno arte, invenzione, disegno e
grazia che nelle altre cose lavorate di lui.
Mentre che la felicità di questo artefice faceva di sé tante gran
maraviglie, la invidia della fortuna privò de la vita Giulio Secondo, il
quale era alimentatore di tal virtù et amatore d'ogni cosa buona.
Laonde fu poi creato Leon Decimo, il quale volle che tale opera si
seguisse, e Raffaello ne salì con la virtù in cielo e ne trasse cortesie
infinite avendo incontrato in un principe sì grande, il quale per eredità
di casa sua era molto inclinato a tale arte. Per il che Raffaello si mise
in cuore di seguire tale opera e nell'altra faccia fece la venuta d'Atila
a Roma e lo incontrarlo appiè di Monte Mario che fece Leon III