Page 851 - Giorgio Vasari
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risplendere l'armi di coloro, in modo che i lustri paiono bruniti più che
               se fussino verissimi e non dipinti. Né meno arte et ingegno è nello
               atto  quando  egli  sciolto  da  le  catene  esce  fuor  di  prigione
               accompagnato dall'Angelo, dove mostra nel viso San Piero più tosto
               d'essere  un  sogno,  che  visibile,  come  ancora  si  vede  terrore  e

               spavento  in  altre  guardie  che  armate  fuor  della  prigione  sentono  il
               romore de la porta di ferro, et una sentinella con una torcia in mano
               desta gli altri, e mentre con quella fa lor lume riverberano i lumi della

               torcia in tutte le armi, e dove non percuote quella serve un lume di
               luna. La quale invenzione, avendola fatta Raffaello sopra la finestra,
               viene a esser quella facciata più scura, avvenga che quando si guarda
               tal pittura ti dà il lume nel viso e contendono tanto bene insieme la
               luce  viva  con  quella  dipinta  co'  diversi  lumi  della  notte,  che  ti  par

               vedere  il  fumo  della  torcia,  lo  splendor  dell'Angelo  con  le  scure
               tenebre della notte sì naturali e sì vere, che non diresti mai che ella
               fussi  dipinta,  avendo  espresso  tanto  propriamente  sì  difficile

               imaginazione.  Qui  si  scorgono  nell'arme  l'ombre,  gli  sbattimenti,  i
               reflessi  e  le  fumosità  del  calor  de'  lumi  lavorati  con  ombra  sì
               abbacinata che in vero si può dire che egli fosse il maestro degli altri.
               E, per cosa che contrafaccia la notte più simile di quante la pittura ne
               fece già mai, questa è la più divina e da tutti tenuta la più rara.

               Egli fece ancora, in una delle pareti nette, il culto divino e l'arca degli

               Ebrei et il candelabro e papa Giulio che caccia l'avarizia della Chiesa,
               storia  di  bellezza  e  di  bontà  simile  alla  notte  detta  di  sopra.  Nella
               quale  storia  si  veggono  alcuni  ritratti  di  palafrenieri,  che  vivevano
               allora, i quali in su la sedia portano papa Giulio veramente vivissimo.

               Al quale mentre che alcuni popoli e femmine fanno luogo perché e'
               passi, si vede la furia d'uno armato a cavallo, il quale accompagnato
               da  due  appiè,  con  attitudine  ferocissima,  urta  e  percuote  il
               superbissimo  Eliodoro,  che  per  comandamento  d'Antioco  vuole

               spogliare il Tempio di tutti i depositi delle vedove e de' pupilli, e già si
               vede lo sgombro delle robbe et i tesori che andavano via, ma per la
               paura  del  nuovo  accidente  di  Eliodoro  abbattuto  e  percosso
               aspramente  dai  tre  predetti  che,  per  essere  ciò  visione,  da  lui

               solamente sono veduti e sentiti, si veggono tutti traboccare e versare
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