Page 850 - Giorgio Vasari
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del miracolo del Sacramento del corporale d'Orvieto o di Bolsena, che
               eglino se 'l chiamino; nella quale storia si vede al prete, mentre che
               dice messa, nella testa infocata di rosso, la vergogna che egli aveva
               nel veder per la sua incredulità fatto liquefar l'Ostia in sul corporale e
               che spaventato negli occhi e fuor di sé smarrito nel cospetto de' suoi

               uditori, pare persona inrisoluta; e si conosce nell'attitudine delle mani
               quasi il tremito e lo spavento che si suole in simili casi avere. Fecevi
               Raffaello  intorno  molte  varie  e  diverse  figure,  alcuni  servono  alla

               messa,  altri  stanno  su  per  una  scala  ginocchioni,  et  alterate  dalla
               novità del caso fanno bellissime attitudini in diversi gesti, esprimendo
               in molte uno affetto di rendersi in colpa, e tanto ne' maschi, quanto
               nelle femmine, fra le quali ve n'ha una che a' piè della storia da basso
               siede  in  terra  tenendo  un  putto  in  collo,  la  quale  sentendo  il

               ragionamento che mostra un'altra di dirle del caso successo al prete,
               maravigliosamente  si  storce  mentre  che  ella  ascolta  ciò,  con  una
               grazia donnesca molto propria e vivace. Finse dall'altra banda papa

               Giulio che ode quella messa, cosa maravigliosissima, dove ritrasse il
               cardinale di San Giorgio et infiniti; e nel rotto della finestra accomodò
               una salita di scalee che la storia mostra intera, anzi pare che, se il
               vano di quella finestra non vi fosse, quella non sarebbe stata punto
               bene.

               Laonde  veramente  si  gli  può  dar  vanto  che  nelle  invenzioni  dei

               componimenti di che storie si fossero nessuno già mai più di lui nella
               pittura è stato accomodato et aperto e valente come mostrò ancora
               in questo medesimo luogo dirimpetto a questa in una storia quando
               San  Piero  nelle  mani  d'Erode  in  prigione  è  guardato  dagli  armati,

               dove  tanta  è  l'architettura  che  ha  tenuto  in  tal  cosa  e  tanta  la
               discrezione nel casamento della prigione che invero gli altri appresso
               a lui hanno più di confusione ch'egli non ha di bellezza; avendo egli
               cercato  di  continuo  figurare  le  storie  come  elle  sono  scritte  e  farvi

               dentro  cose  garbate  et  eccellenti,  come  mostra  in  questa  l'orrore
               della prigione nel veder legato fra que' due armati con le catene di
               ferro quel vecchio, il gravissimo sonno nelle guardie et il lucidissimo
               splendor  dell'Angelo  nelle  scure  tenebre  della  notte  luminosamente

               far  discernere  tutte  le  minuzie  delle  carcere  e  vivacissimamente
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