Page 843 - Giorgio Vasari
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naturale che erano tenuti bellissimi.
Laonde Raffaello, nella sua arrivata avendo ricevute molte carezze da
papa Iulio, cominciò nella camera della Segnatura una storia quando i
Teologi accordano la filosofia e l'astrologia con la teologia, dove sono
ritratti tutti i savi del mondo che disputano in vari modi; sonvi in
disparte alcuni astrologi che hanno fatto figure sopra certe tavolette
e caratteri in varii modi di geomanzia e d'astrologia, et ai Vangelisti
le mandano per certi Angeli bellissimi, i quali Evangelisti le
dichiarano. Fra costoro è un Diogene con la sua tazza a giacere in su
le scalee, figura molto considerata et astratta, che per la sua bellezza
e per lo suo abito così accaso è degna d'essere lodata. Similmente vi
è Aristotile e Platone, l'uno col Timeo in mano, l'altro con l'Etica, dove
intorno li fanno cerchio una grande scuola di filosofi. Né si può
esprimere la bellezza di quelli astrologi e geometri che disegnano con
le seste in su le tavole moltissime figure e caratteri. Fra i medesimi,
nella figura d'un giovane di formosa bellezza, il quale apre le braccia
per maraviglia e china la testa, è il ritratto di Federigo II, Duca di
Mantova, che si trovava allora in Roma. Èvvi similmente una figura
che, chinata a terra con un paio di seste in mano, le gira sopra le
tavole, la quale dicono essere Bramante architettore, che egli non è
men desso che se e' fusse vivo, tanto è ben ritratto. Et allato a una
figura che volta il didietro et ha una palla del cielo in mano, è il
ritratto di Zoroastro, et allato a esso è Raffaello, maestro di questa
opera, ritrattosi da sé medesimo nello specchio: questo è una testa
giovane e d'aspetto molto modesto, acompagnato da una piacevole e
buona grazia, con la berretta nera in capo. Né si può esprimere la
bellezza e la bontà che si vede nelle teste e figure de' Vangelisti, a'
quali ha fatto nel viso una certa attenzione et accuratezza molto
naturale e massimamente a quelli che scrivono. E così fece dietro ad
un San Matteo mentre che egli cava di quelle tavole dove sono le
figure i caratteri tenuteli da uno Angelo e che le distende in su un
libro, un vecchio che messosi una carta in sul ginocchio copia tanto
quanto San Matteo distende. E mentre che sta attento in quel disagio
pare che egli torca le mascella e la testa, secondo che egli allarga et
allunga la penna. Et oltra le minuzie delle considerazioni, che son