Page 841 - Giorgio Vasari
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servirla allora, le promise che tornato che fusse da Firenze, dove
allora per suoi bisogni era forzato d'andare, non le mancherebbe. E
così venuto a Firenze, dove attese con incredibile fatica agli studi
dell'arte, fece il cartone per la detta cappella con animo d'andare,
come fece quanto prima gli venisse in acconcio, a metterlo in opera.
Dimorando, adunque, in Fiorenza Agnolo Doni, il quale quanto era
assegnato nell'altre cose tanto spendeva volentieri, ma con più
risparmio che poteva, nelle cose di pittura e di scultura, delle quali si
dilettava molto, gli fece fare il ritratto di sé e della sua donna in
quella maniera che si veggiono appresso Giovanbatista, suo figliuolo,
nella casa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in Firenze nel
corso de' Tintori, appresso al canto degl'Alberti. Fece anco a
Domenico Canigiani in un quadro la Nostra Donna con il putto Gesù
che fa festa a un San Giovannino portogli da Santa Elisabetta che
mentre lo sostiene con prontezza vivissima guarda un San Giuseppo,
il quale standosi appoggiato con ambe le mani a un bastone china la
testa verso quella vecchia, quasi maravigliandosi e lodandone la
grandezza di Dio che così attempata avesse un sì picciol figliuolo. E
tutti pare che stupischino del vedere con quanto senno in quella età
sì tenera i due cugini, l'uno reverente all'altro, si fanno festa; senza
che ogni colpo di colore nelle teste, nelle mani e ne' piedi sono anzi
pennellate di carne che tinta di maestro che faccia quell'arte. Questa
nobilissima pittura è oggi appresso gl'eredi del detto Domenico
Canigiani, che la tengono in quella stima che merita un'opera di
Raffaello da Urbino.
Studiò questo eccellentissimo pittore nella città di Firenze le cose
vecchie di Masaccio, e quelle che vide nei lavori di Lionardo e di
Michelagnolo lo feciono attendere maggiormente agli studi e per
conseguenza acquistarne miglioramento straordinario all'arte et alla
sua maniera. Ebbe oltre gl'altri, mentre stette Raffaello in Fiorenza,
stretta dimestichezza con fra' Bartolomeo di San Marco, piacendogli
molto e cercando assai d'imitare il suo colorire, et all'incontro insegnò
a quel buon padre i modi della prospettiva, alla quale non aveva il
frate atteso insino a quel tempo. Ma in sulla maggior frequenza di
questa pratica fu richiamato Raffaello a Perugia, dove primieramente