Page 840 - Giorgio Vasari
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appresso Francesco Maria, Duca d'Urbino, fu poi dalla illustrissima
signora Leonora, sua consorte, donata a don Paulo Iustiniano e don
Pietro Quirini viniziani e romiti del sacro eremo di Camaldoli, e da
loro fu poi come reliquia e cosa rarissima, et insomma di mano di
Raffaello da Urbino e per memoria di quella illustrissima signora,
posta nella camera del Maggiore di detto Eremo, dove è tenuta in
quella venerazione ch'ella merita. Dopo queste opere et avere
accomodate le cose sue, ritornò Raffaello a Perugia, dove fece nella
chiesa de' frati de' Servi in una tavola alla cappella degl'Ansidei una
Nostra Donna, San Giovanni Battista e San Nicola. Et in San Severo
della medesima città, piccol monasterio dell'Ordine di Camaldoli, alla
cappella della Nostra Donna, fece in fresco un Cristo in gloria, un Dio
Padre con alcuni Angeli a torno e sei Santi a sedere, cioè tre per
banda: San Benedetto, San Romualdo, San Lorenzo, San Girolamo,
San Mauro e San Placido; et in questa opera, la quale per cosa in
fresco fu allora tenuta molto bella, scrisse il nome suo in lettere
grandi e molto bene apparenti. Gli fu anco fatto dipignere nella
medesima città, dalle donne di Santo Antonio da Padoa, in una tavola
la Nostra Donna et in grembo a quella, sì come piacque a quelle
semplici e venerande donne, Gesù Cristo vestito, e dai lati di essa
Madonna San Piero, San Paulo, Santa Cecilia e Santa Caterina. Alle
qual due Sante vergini fece le più belle e dolci arie di teste e le più
varie acconciature da capo, il che fu cosa rara in que' tempi, che si
possino vedere. E sopra questa tavola in un mezzo tondo dipinse un
Dio Padre bellissimo e nella predella dell'altare tre storie di figure
piccole: Cristo quando fa orazione nell'orto; quando porta la Croce,
dove sono bellissime movenze di soldati che lo stracinano, e quando
è morto in grembo alla Madre: opera certo mirabile, devota e tenuta
da quelle donne in gran venerazione e da tutti i pittori molto lodata.
Né tacerò, che si conobbe, poi che fu stato a Firenze, che egli variò et
abbellì tanto la maniera, mediante l'aver vedute molte cose e di
mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcuna cosa
con quella prima se non come fussino di mano di diversi e più e meno
eccellenti nella pittura. Prima che partisse di Perugia, lo pregò
madonna Atlanta Baglioni che egli volesse farle per la sua cappella
nella chiesa di San Francesco una tavola, ma, perché egli non poté