Page 836 - Giorgio Vasari
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VITA DI RAFFAELLO D'URBINO PITTORE ET ARCHITETTO
Quanto largo e benigno si dimostri talora il cielo nell'accumulare in
una persona sola l'infinite richezze de' suoi tesori e tutte quelle grazie
e' più rari doni che in lungo spazio di tempo suol compartire fra molti
individui, chiaramente poté vedersi nel non meno eccellente che
grazioso Raffael Sanzio da Urbino. Il quale fu dalla natura dotato di
tutta quella modestia e bontà che suole alcuna volta vedersi in coloro
che più degl'altri hanno a una certa umanità di natura gentile
aggiunto un ornamento bellissimo d'una graziata affabilità, che
sempre suol mostrarsi dolce e piacevole con ogni sorte di persone et
in qualunche maniera di cose. Di costui fece dono al mondo la natura
quando vinta dall'arte, per mano di Michelagnolo Buonarroti, volle in
Raffaello esser vinta dall'arte e dai costumi insieme.
E nel vero, poi che la maggior parte degl'artefici stati insino allora si
avevano dalla natura recato un certo che di pazzia e di salvatichezza
che, oltre all'avergli fatti astratti e fantastichi, era stata cagione che
molte volte si era più dimostrato in loro l'ombra e lo scuro de' vizii
che la chiarezza e splendore di quelle virtù che fanno gli uomini
immortali, fu ben ragione che, per contrario, in Raffaello facesse
chiaramente risplendere tutte le più rare virtù dell'animo,
accompagnate da tanta grazia, studio, bellezza, modestia et ottimi
costumi, quanti sarebbono bastati a ricoprire ogni vizio quantunque
brutto et ogni macchia ancor che grandissima. Laonde, si può dire
sicuramente che coloro che sono possessori di tante rare doti, quante
si videro in Raffaello da Urbino, sian non uomini semplicemente, ma,
se è lecito dire, dèi mortali; e che coloro che nei ricordi della fama
lasciano quaggiù fra noi mediante l'opere loro onorato nome, possono
anco sperare d'avere a godere in cielo con degno guidardone alle
fatiche e merti loro.
Nacque adunque Raffaello in Urbino, città notissima in Italia, l'anno
1483, in venerdì santo a ore tre di notte, d'un Giovanni de' Santi,