Page 826 - Giorgio Vasari
P. 826

Santo Agostino, di edificargli, fuor de la porta S. Gallo, un convento

               capace  per  cento  frati,  del  quale  ne  fu  da  molti  architetti  fatto
               modelli,  et  in  ultimo  si  mise  in  opera  quello  di  Giuliano.  Il  che  fu
               cagione  che  Lorenzo  lo  nominò  da  questa  opera  Giuliano  da  San
               Gallo.  Onde  Giuliano,  che  da  ognuno  si  sentiva  chiamare  da  San

               Gallo,  disse  un  giorno  burlando  al  Magnifico  Lorenzo:  "Colpa  del
               vostro chiamarmi da San Gallo, mi fate perdere il nome del casato
               antico;  e  credendo  avere  andare  inanzi  per  antichità,  ritorno  a

               dietro". Per che Lorenzo gli rispose che più tosto voleva che per la
               sua  virtù  egli  fosse  principio  d'un  casato  nuovo  che  dependessi  da
               altri;  onde  Giuliano  di  tal  cosa  fu  contento.  Seguitandosi  pertanto
               l'opera di San Gallo insieme con le altre fabriche di Lorenzo, non fu
               finita né quella né l'altre per la morte di esso Lorenzo. E poi ancora

               poco viva in piede rimase tal fabrica di San Gallo, perché nel 1530 per
               lo assedio di Fiorenza fu rovinata e buttata in terra insieme col borgo,
               che di fabriche molto belle aveva piena tutta la piazza; et al presente

               non vi si vede alcun vestigio né di casa, né di chiesa, né di convento.
               Successe in quel tempo la morte del re di Napoli, e Giuliano Gondi,

               ricchissimo mercante fiorentino, se ne tornò a Fiorenza, e dirimpetto
               a  San  Firenze,  di  sopra  dove  stavano  i  lioni  fece  di  componimento
               rustico  fabricare  un  palazzo  da  Giuliano,  col  quale,  per  la  gita  di
               Napoli, aveva stretta dimestichezza. Questo palazzo doveva fare la

               cantonata finita e voltare verso la Mercatanzia Vecchia, ma la morte
               di Giuliano Gondi la fece fermare; nel qual palazzo fece fra l'altre cose
               un  cammino  molto  ricco  d'intagli  e  tanto  vario  di  componimento  e
               bello  che  non  se  n'era  insino  alora  veduto  un  simile,  né  con  tanta

               copia di figure.
               Fece  il  medesimo  per  un  viniziano,  fuor  de  la  porta  a  Pinti  in

               Camerata,  un  palazzo,  et  a'  privati  cittadini  molte  case,  delle  quali
               non accade far menzione. E volendo il Magnifico Lorenzo, per utilità
               publica et ornamento dello stato lasciar fama e memoria, oltre alle
               infinite  che  procacciate  si  aveva,  fare  la  fortificazione  del  Poggio

               Imperiale sopra Poggibonzi su la strada di Roma per farci una città,
               non la volle disegnare senza il consiglio e disegno di Giuliano; onde
               per  lui  fu  cominciata  quella  fabbrica  famosissima,  nella  quale  fece
   821   822   823   824   825   826   827   828   829   830   831