Page 825 - Giorgio Vasari
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castellano di Ostia, vescovo allora della Rovere, il quale fu poi co 'l
tempo Papa Giulio II, volendo acconciare e mettere in buono ordine
quella fortezza, udita la fama di Giuliano, mandò per lui a Fiorenza, et
ordinatoli buona provisione ve lo tenne due anni a farvi tutti quegli
utili e comodità che poteva con l'arte sua. E perché il modello del
Duca di Calavria non patisse e finir si potesse, ad Antonio suo fratello
lasciò che con suo ordine lo finisse, il quale nel lavorarlo aveva con
diligenza seguitato e finito, essendo Antonio ancora di sofficienza in
tale arte non meno che Giuliano. Per il che fu consigliato Giuliano da
Lorenzo Vecchio a presentarlo egli stesso, acciò che in tal modello
potesse mostrare le difficultà che in esso aveva fatto; laonde partì
per Napoli e, presentato l'opera, onoratamente fu ricevuto, non con
meno stupore de lo averlo il Magnifico Lorenzo mandato con tanto
garbata maniera, quanto con maraviglia per il magisterio de l'opera
nel modello; il quale piacque sì che si diede con celerità principio
all'opera vicino al Castel Nuovo.
Poi che Giuliano fu stato a Napoli un pezzo, nel chiedere licenza al
Duca per tornare a Fiorenza, gli fu fatto dal re presenti di cavalli e
vesti e fra l'altre d'una tazza d'argento con alcune centinaia di ducati,
i quali Giuliano non volle accettare, dicendo che stava con padrone il
quale non aveva bisogno d'oro né d'argento. E se pure gli voleva far
presente o alcun segno di guidardone, per mostrare che vi fosse
stato, gli donasse alcuna de le sue anticaglie a sua elezzione. Le
quali il re liberalissimamente per amor del Magnifico Lorenzo e per le
virtù di Giuliano gli concesse, e queste furono: la testa d'uno Adriano
imperatore, oggi sopra la porta del giardino in casa Medici, una
femmina ignuda più che 'l naturale et un Cupido che dorme, di
marmo tutti tondi; le quali Giuliano mandò a presentare al Magnifico
Lorenzo, che per ciò ne mostrò infinita allegrezza, non restando mai
di lodar l'atto del liberalissimo artefice, il quale rifiutò l'oro e l'argento
per l'artificio, cosa che pochi averebbono fatto; questo Cupido è oggi
in guardaroba del Duca Cosimo.
Ritornato dunque Giuliano a Fiorenza fu gratissimamente raccolto dal
Magnifico Lorenzo, al quale venne capriccio, per sodisfare a frate
Mariano da Ghinazzano, literatissimo de l'Ordine de' frati eremitani di