Page 822 - Giorgio Vasari
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che  sono  sparse  in  diversi  luoghi  e  sono  molto  stimate;  ma  in  fra
               l'altre fece un Crocifisso di terra che è la più mirabile cosa che sia in
               tutta la Spagna. E fuori della città di Siviglia in un monasterio de' frati
               di  San  Girolamo  fece  un  altro  Crucifisso  et  un  San  Girolamo  in
               penitenza col suo lione, nella figura del qual Santo ritrasse un vecchio

               dispensiero  de'  Botti,  mercanti  fiorentini  in  Ispagna,  et  una  Nostra
               Donna  col  Figliuolo,  tanto  bella  ch'ella  fu  cagione  che  ne  facesse
               un'altra  simile  al  Duca  d'Arcus,  il  quale  per  averla  fece  tante

               promesse a Torrigiano, che egli si pensò d'esserne ricco per sempre.
               La quale opera finita, gli donò quel Duca tante di quelle monete che
               chiamano maravelìs, che vagliono poco o nulla, che il Torrigiano al
               quale  ne  andarono  due  persone  a  casa  cariche  si  confermò
               maggiormente  nella  sua  openione  d'avere  a  esser  richissimo.  Ma

               avendo poi fatta contare e vedere a un suo amico fiorentino quella
               moneta  e  ridurla  al  modo  italiano,  vide  che  tanta  somma  non
               arrivava  pure  a  trenta  ducati,  per  che,  tenendosi  beffato,  con

               grandissima collera andò dove era la figura che aveva fatto per quel
               Duca  e  tutta  guastolla.  Laonde  quello  Spagnuolo,  tenendosi
               vituperato, accusò il Torrigiano per eretico; onde essendo messo in
               prigione et ogni dì esaminato e mandato [da] uno inquisitore all'altro,
               fu giudicato finalmente degno di gravissima punizione. La quale non

               fu  messa  altrimenti  in  esecuzione,  perché  esso  Torrigiano  per  ciò
               venne in tanta maninconia che, stato molti giorni senza mangiare e
               per ciò debilissimo divenuto, a poco a poco finì la vita; e così col torsi

               il cibo si liberò dalla vergogna in che sarebbe forse caduto, essendo,
               come si credette, stato condennato a morte.

               Furono  l'opere  di  costui  circa  gl'anni  di  nostra  salute  1515.  E  morì
               l'anno 1522.
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