Page 823 - Giorgio Vasari
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VITA DI GIULIANO ET ANTONIO DA SAN GALLO ARCHITETTI
               FIORENTINI



               Francesco  di  Paulo  Giamberti,  il  quale  fu  ragionevole  architetto  al
               tempo di Cosimo de' Medici e fu da lui molto adoperato, ebbe due
               figliuoli:  Giuliano  et  Antonio,  i  quali  mise  all'arte  dell'intagliare  di

               legno,  e  col  Francione  legnaiuolo,  persona  ingegnosa,  il  quale
               similmente  attendeva  agl'intagli  di  legno  et  alla  prospettiva,  e  col
               quale aveva molto dimestichezza, avendo eglino insieme molte cose
               e d'intaglio e d'architettura operato per Lorenzo de' Medici; acconciò,

               il  detto  Francesco,  Giuliano  uno  de'  detti  suoi  figliuoli,  il  quale
               Giuliano imparò in modo bene tutto quello che il Francione gl'insegnò,
               che gl'intagli e le bellissime prospettive, che poi da sé lavorò nel coro
               del Duomo di Pisa, sono ancor oggi, fra molte prospettive nuove, non

               senza maraviglia guardate. Mentre che Giuliano attendeva al disegno
               et  il  sangue  della  giovanezza  gli  bolliva,  l'esercito  del  Duca  di
               Calavria,  per  l'odio  che  quel  signore  portava  a  Lorenzo  de'  Medici,
               s'accampò  alla  Castellina  per  occupare  il  dominio  alla  Signoria  di

               Fiorenza  e  per  venire,  se  gli  fusse  riuscito,  a  fine  di  qualche  suo
               disegno  maggiore;  per  che,  essendo  forzato  il  Magnifico  Lorenzo  a
               mandare uno ingegnero alla Castellina, che facesse molina e bastie e
               che avesse cura e maneggiasse l'artiglieria, il che pochi in quel tempo

               sapevano  fare,  vi  mandò  Giuliano,  come  d'ingegno  più  atto  e  più
               destro  e  spedito  e  da  lui  conosciuto,  come  figliuolo  di  Francesco,
               stato  amorevole  servitore  di  casa  Medici.  Arrivato  Giuliano  alla
               Castellina,  fortificò  quel  luogo  dentro  e  fuori  di  buone  mura  e  di

               mulina,  e  d'altre  cose  necessarie  alla  difesa  di  quella  la  provide.
               Dopo, veggendo gli uomini star lontani all'artiglieria e maneggiarla e
               caricarla  e  tirarla  timidamente,  si  gettò  a  quella  e  l'acconciò  di
               maniera che da indi in poi a nessuno fece male, avendo ella prima

               occiso molte persone, le quali nel tirarla, per poco giudizio loro, non
               avevano saputo far sì che nel tornare a dietro non offendesse. Presa
               dunque  Giuliano  la  cura  della  detta  artiglieria  fu  tanta  nel  tirarla  e
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