Page 820 - Giorgio Vasari
P. 820
scultore fiorentino, vecchio e pratico maestro, e stato già discepolo di
Donato; onde insegnava loro e parimente aveva cura alle cose del
giardino et a molti disegni, cartoni e modelli di mano di Donato,
Pippo, Masaccio, Paulo Ucello, fra' Giovanni, fra' Filippo e d'altri
maestri paesani e forestieri. E nel vero queste arti non si possono
imparare se non con lungo studio fatto in ritrarre e sforzarsi d'imitare
le cose buone. E chi non ha di sì fatte commodità, se bene è dalla
natura aiutato, non si può condurre, se non tardi, a perfezzione.
Ma tornando all'anticaglie del detto giardino, elle andarono la
maggior parte male l'anno 1494, quando Piero, figliuolo del detto
Lorenzo, fu bandito di Firenze; perciò che tutte furono vendute
all'incanto. Ma non di meno la maggior parte furono l'anno 1512
rendute al Magnifico Giuliano, allora che egli e gl'altri di casa Medici
ritornarono alla patria; et oggi per la maggior parte si conservano
nella guardaroba del Duca Cosimo. Il quale esempio veramente
magnifico di Lorenzo, sempre che sarà imitato da' principi e da altre
persone onorate, recherà loro onore e lode perpetua, perché chi aiuta
e favorisce nell'alte imprese i belli e pellegrini ingegni, da e' quali
riceve il mondo tanta bellezza, onore, comodo et utile, merita di
vivere eternamente per fama negli intelletti degli uomini. Fra gl'altri
che studiarono l'arti del disegno in questo giardino riuscirono tutti
questi eccellentissimi: Michelagnolo di Lodovico Bonarroti, Giovan
Francesco Rustici, Torrigiano Torrigiani, Francesco Granacci, Niccolò di
Domenico Soggi, Lorenzo di Credi e Giuliano Bugiardini. E de'
forestieri: Baccio da Monte Lupo, Andrea Contucci dal Monte San
Sovino et altri de' quali si farà memoria al luogo loro.
Il Torrigiano adunque, del quale al presente scriviamo la vita,
praticando nel detto giardino con i sopra detti era di natura tanto
superbo e colloroso, oltre all'essere di persona robusta, d'animo fiero
e coraggioso, che tutti gl'altri bene spesso soperchiava di fatti e di
parole; era la sua principale professione la scoltura, ma non di meno
lavorava di terra molto pulitamente e con assai bella e buona
maniera, ma, non potendo egli sopportare che niuno con l'opere gli
passasse inanzi, si metteva a guastar con le mani quell'opere di man
d'altri, alla bontà delle quali non poteva con l'ingegno arrivare. E, se