Page 818 - Giorgio Vasari
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VITA DI TORRIGIANO SCULTOR FIORENTINO



               Grandissima possanza ha lo sdegno in uno che cerca con alterigia e
               con superbia in una professione essere stimato eccellente, e che in
               tempo che egli non se lo aspetti vegga levarsi di nuovo qualche bello
               ingegno nella medesima arte, il quale non pure lo paragoni, ma col

               tempo di gran lunga lo avanzi. Questi tali certamente non è ferro che
               per rabbia non rodessero o male che, potendo, non facessero. Perché
               par loro scorno ne' popoli troppo orribile lo avere visto nascere i putti,
               e  da'  nati,  quasi  in  un  tempo,  nella  virtù  essere  raggiunti;  non

               sapendo eglino che ogni dì si vede la volontà spinta dallo studio negli
               anni acerbi de' giovani, quando con la frequentazione degli studi è da
               essi esercitata, crescere in infinito; e che i vecchi dalla paura, dalla
               superbia  e  dalla  ambizione  tirati,  diventano  goffi,  e  quanto  meglio

               credono  fare,  peggio  fanno  e  credendo  andare  inanzi  ritornano  a
               dietro.  Onde  essi,  invidiosi,  mai  non  dànno  credito  alla  perfezzione
               de'  giovani  nelle  cose  che  fanno,  quantunque  chiaramente  le
               vegghino, per l'ostinazione ch'è in loro. Per che nelle prove si vede

               che  quando  eglino,  per  volere  mostrare  quel  che  sanno,  più  si
               sforzano,  ci  mostrano  spesso  di  loro  cose  ridicole  e  da  pigliarsene
               giuoco. E nel vero come gli artefici passano i termini, che l'occhio non
               sta fermo e la mano lor trema, possono, se hanno avanzato alcuna

               cosa, dare de' consigli a chi opera, conciò sia che l'arti della pittura e
               scultura vogliono l'animo tutto svegliato e fiero, sì come è nella età
               che bolle il sangue e pieno di voglia ardente e de' piaceri del mondo
               capital nimico. E chi nelle voglie del mondo non è continente, fugga

               gli  studii  di  qualsivoglia  arte  o  scienza,  perciò  che  non  bene
               convengono fra loro cotali piaceri e lo studio. E da che tanti pesi si
               recano  dietro  queste  virtù,  pochi,  per  ogni  modo,  sono  coloro  che
               arrivino al supremo grado. Onde più sono quelli che dalle mosse con

               caldezza  si  partono,  che  quegli,  che  per  ben  meritare  nel  corso,
               acquistino il premio.

               Più superbia adunque che arte, ancor che molto valessi, si vide nel
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