Page 794 - Giorgio Vasari
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poesia,  e  volentieri  udiva  e  diceva  in  proviso  in  su  la  lira,  e
               componeva  qualche  sonetto,  se  non  così  delicato  come  si  usa  ora,
               grave almeno e senza difetti. Fu grandemente stimato dai prelati e
               presentato  da  infiniti  signori  che  lo  conobbero.  Ebbe  in  vita  grido
               grandissimo e maggiore ancora dopo morte, perché la fabbrica di San

               Piero restò a dietro molti anni. Visse Bramante anni 70 et in Roma
               con onoratissime esequie fu portato dalla corte del papa e da tutti gli
               scultori, architettori e pittori. Fu sepolto in San Piero l'anno MDXIIII.

               Fu  di  grandissima  perdita  all'architettura  la  morte  di  Bramante,  il
               quale fu investigatore di molte buone arti ch'aggiunse a quella, come

               l'invenzione del buttar le volte di getto, lo stucco, l'uno e l'altro usato
               dagli  antichi,  ma  stato  perduto  da  le  ruine  loro  fino  al  suo  tempo.
               Onde  quegli  che  vanno  misurando  le  cose  antiche  d'architettura,
               trovano  in  quelle  di  Bramante  non  meno  scienza  e  disegno  che  si

               faccino in tutte quelle. Onde può rendersi a quegli che conoscono tal
               perfezzione, uno degli ingegni rari che hanno illustrato il secol nostro.

               Lasciò  suo  domestico  amico  Giulian  Leno,  che  molto  valse  nelle
               fabbriche de' tempi suoi, per provedere et eseguire la volontà di chi
               disegnava più che per operare di man sua, se bene aveva giudizio e
               grande sperienza.

               Mentre  visse  Bramante  fu  adoperato  da  lui  nell'opre  sue  Ventura,

               fallegname pistolese, il quale aveva bonissimo ingegno e disegnava
               assai  aconciamente;  costui  si  dilettò  assai  in  Roma  di  misurare  le
               cose antiche, e tornato a Pistoia per rinpatriarsi seguì che l'anno 1509
               in  quella  città  una  Nostra  Donna,  che  oggi  si  chiama  della  Umiltà,

               fece  miracoli,  e  perché  gli  fu  porto  molte  limosine,  la  Signoria  che
               allora governava, deliberò fare un tempio in onor suo; per che pòrtosi
               questa  occasione  a  Ventura,  fece  di  sua  mano  un  modello  d'un
               tempio a otto facce largo braccia... et alto braccia... con un vestibulo

               o portico serrato dinanzi, molto ornato di drento e veramente bello,
               dove piaciuto a que' signori e capi della città, si cominciò a fabricare
               con l'ordine di Ventura, il quale, fatto i fondamenti del vestibulo e del
               tempio  e  finito  a  fatto  il  vestibulo  che  riuscì  ricco  di  pilastri  e

               cornicioni  d'ordine  corinto  e  d'altre  pietre  intagliate,  e  con  quelle
               anche tutte le volte di quell'opera furon fatti a quadri scorniciati pur
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