Page 787 - Giorgio Vasari
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molto del disegno, lo indirizzò ancora fanciulletto a l'arte della
pittura, nella quale studiò egli molto le cose di fra' Bartolomeo,
altrimenti fra' Carnovale da Urbino, che fece la tavola di S. Maria
della Bella in Urbino. Ma perché egli sempre si dilettò de l'architettura
e de la prospettiva, si partì da Castel Durante; e condottosi in
Lombardia, andava ora in questa, ora in quella città lavorando il
meglio che e' poteva. Non però cose di grande spesa o di molto
onore, non avendo ancora né nome, né credito. Per il che,
deliberatosi di vedere almeno qualcosa notabile, si trasferì a Milano
per vedere il Duomo, dove allora si trovava un Cesare Cesariano,
reputato buono geometra e buono architettore, il quale comentò
Vitruvio e disperato di non averne avuto quella remunerazione che
egli si aveva promessa, diventò sì strano, che non volse più operare,
e divenuto salvatico morì più da bestia che da persona. Eravi ancora
un Bernardino da Trevio milanese, ingegnere et architettore del
Duomo e disegnatore grandissimo il quale da Lionardo da Vinci fu
tenuto maestro raro, ancora che la sua maniera fusse crudetta et
alquanto secca nelle pitture. Vedesi di costui in testa del Chiostro
delle Grazie una Resurressione di Cristo, con alcuni scorti bellissimi;
et in S. Francesco una cappella a fresco, dentrovi la morte di S. Pietro
e di S. Paulo. Costui dipinse in Milano molte altre opere, e per il
contado ne fece anche buon numero tenute in pregio, e nel nostro
libro è una testa di carbone e biacca d'una femina assai bella che
ancor fa fede de la maniera ch'e' tenne.
Ma per tornare a Bramante, considerata che egli ebbe questa
fabbrica e conosciuti questi ingegneri, si inanimì di sorte, che egli si
risolvé del tutto darsi a l'architettura. Laonde, partitosi da Milano, se
ne venne a Roma innanzi lo anno santo del MD dove conosciuto da
alcuni suoi amici e del paese e lombardi, gli fu dato da dipignere a S.
Giovanni Laterano sopra la porta santa che s'apre per il Giubbileo,
una arme di papa Alessandro VI lavorata in fresco, con Angeli e figure
che la sostengono. Aveva Bramante recato di Lombardia e
guadagnati in Roma a fare alcune cose certi danari; i quali con una
masserizia grandissima spendeva, desideroso poter vivere del suo et
insieme, senza aver a lavorare, potere agiatamente misurare tutte le