Page 785 - Giorgio Vasari
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altrui d'oggi in domane. Non che e' non fussi buono e non avessi fede,
ché era zelantissimo, ancora che nella vita fusse bestiale. Ragionava
qualche volta de' tormenti che per i mali fanno distruggere i corpi e
quanto stento patisce chi consumando gli spiriti a poco a poco si
muore, il che è una gran miseria. Diceva male de' medici, degli
speziali e di coloro che guardano gli ammalati, e che gli fanno morire
di fame; oltra i tormenti degli sciloppi, medicine, cristieri et altri
martorii, come il non essere lasciato dormire, quando tu hai sonno, il
fare testamento, il veder piagnere i parenti e lo stare in camera al
buio; e lodava la giustizia, che era così bella cosa l'andare a la morte;
e che si vedeva tanta aria e tanto popolo, che tu eri confortato con i
confetti e con le buone parole; avevi il prete et il popolo, che pregava
per te; e che andavi con gli Angeli in paradiso; che aveva una gran
sorte, chi n'usciva a un tratto. E faceva discorsi e tirava le cose a' più
strani sensi che si potesse udire. Laonde per sì strane sue fantasie
vivendo stranamente si condusse a tale, che una mattina fu trovato
morto appiè d'una scala, l'anno MDXXI; et in San Pier Maggiore gli fu
dato sepoltura.
Molti furono i discepoli di costui, e fra gli altri Andrea del Sarto, che
valse per molti. Il suo ritratto, s'è avuto da Francesco da S. Gallo che
lo fece mentre Piero era vecchio, come molto suo amico e domestico;
il qual Francesco ancora ha di mano di Piero (ché non la debbo
passare) una testa bellissima di Cleopatra, con uno aspido avvolto al
collo, e dua ritratti, l'uno di Giuliano suo padre, l'altro di Francesco
Giamberti, suo avolo, che paion vivi.