Page 778 - Giorgio Vasari
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oggi, che io sappia, non si trova; ma bene il cartone di sua mano, et
               è appresso al reverendo e virtuoso Messer Cosimo Bartoli, proposto di
               San Giovanni.

               Fece in Fiorenza molti quadri a più cittadini, sparsi per le loro case,
               che  ne  ho  visti  de'  molto  buoni,  e  così  diverse  cose  a  molte  altre
               persone. E nel noviziato di San Marco in un quadro una Nostra Donna

               ritta  col  Figliuolo  in  collo,  colorita  a  olio.  E  ne  la  chiesa  di  Santo
               Spirito di Fiorenza lavorò a la cappella di Gino Capponi una tavola,
               che vi è dentro una Visitazione di Nostra Donna, con San Nicolò et un
               S.  Antonio,  che  legge  con  un  par  d'occhiali  al  naso,  che  è  molto

               pronto. Quivi contrafece uno libro di carta pecora un po' vecchio, che
               par  vero,  e  così  certe  palle  a  quel  San  Niccolò  con  certi  lustri
               ribattendo i barlumi, e riflessi l'una ne l'altra, che si conosceva in fino
               allora la stranezza del suo cervello, et il cercare che e' faceva de le

               cose difficili. E bene lo dimostrò meglio dopo la morte di Cosimo, che
               egli del continuo stava rinchiuso, e non si lasciava veder lavorare, e
               teneva una vita da uomo più tosto bestiale che umano. Non voleva
               che  le  stanze  si  spazzassino,  voleva  mangiare  all'ora  che  la  fame

               veniva, e non voleva che si zappasse o potasse i frutti dell'orto, anzi
               lasciava crescere le viti et andare i tralci per terra, et i fichi non si
               potavono mai, né gli altri alberi, anzi si contentava veder salvatico
               ogni cosa come la sua natura, allegando che le cose d'essa natura

               bisogna lassarle custodire a lei senza farvi altro. Recavasi spesso a
               vedere  o  animali  o  erbe  o  qualche  cosa,  che  la  natura  fa  per
               istranezza et accaso di molte volte; e ne aveva un contento et una
               satisfazione  che  lo  furava  tutto  a  se  stesso.  E  replicavalo  ne'  suoi

               ragionamenti  tante  volte,  che  veniva  talvolta,  ancor  che  e'  se
               n'avesse piacere, a fastidio. Fermavasi tallora a considerare un muro,
               dove lungamente fusse stato sputato da persone malate e ne cavava
               le battaglie de' cavagli e le più fantastiche città e più gran paesi che

               si  vedesse  mai;  simil  faceva  de'  nuvoli  de  l'aria.  Diede  opera  al
               colorire a olio, avendo visto certe cose di Lionardo fumeggiate e finite
               con quella diligenza estrema, che soleva Lionardo quando e' voleva
               mostrar  l'arte,  e  così  Piero  piacendoli  quel  modo  cercava  imitarlo,

               quantunque  egli  fusse  poi  molto  lontano  da  Lionardo  e  da  l'altre
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