Page 775 - Giorgio Vasari
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capanna che cantano, che son tanto ben fatti che par che siano
piutosto piovuti dal cielo, che fatti dalla mano d'un pittore. È nella
medesima città un quadretto di grandezza di un piede, la più rara e
bella cosa che si possa vedere di suo di figure piccole, nel quale è un
Cristo ne l'orto, pittura finta di notte, dove l'Angelo aparendogli col
lume del suo splendore fa lume a Cristo, che è tanto simile al vero
che non si può né immaginare né esprimere meglio; giuso a' piè del
monte in un piano si veggono tre Apostoli che dormano, sopra' quali
fa ombra il monte dove Cristo ora, che dà una forza a quelle figure
che non è possibile; e più là, in un paese lontano, finto l'apparire
della aurora; e si veggono venire da l'un de' lati alcuni soldati con
Giuda; e nella sua piccolezza questa istoria è tanto bene intesa, che
non si può né di pazienza, né di studio per tanta opera paragonalla.
Potrebbonsi dire molte cose delle opere di costui, ma perché fra gli
uomini eccellenti de l'arte nostra è amirato per cosa divina ogni cosa
che si vede di suo, non mi distenderò più. Ho usato ogni diligenzia
d'avere il suo ritratto, e perché lui non lo fecie, e da altri non è stato
mai ritratto, perché visse sempre positivamente, non l'ho potuto
trovare; e nel vero fu persona che non si stimò né si persuase di
sapere far l'arte, conoscendo la difficultà sua, con quella perfezzione
che egli arebbe voluto. Contentavasi del poco e viveva da bonissimo
cristiano.
Desiderava Antonio, sì come quello ch'era aggravato di famiglia, di
continuo risparmiare et era divenuto perciò tanto misero che più non
poteva essere. Per il che si dice che, essendoli stato fatto in Parma un
pagamento di sessanta scudi di quattrini, esso volendoli portare a
Correggio per alcune occorenzie sue, carico di quelli si mise in camino
a piedi; e per lo caldo grande, che era allora scalmanato dal sole,
beendo acqua per rinfrescarsi, si pose nel letto con una grandissima
febre, né di quivi prima levò il capo, che finì la vita nell'età sua d'anni
XL o circa. Furono le pitture sue circa il 1512. E fece alla pittura
grandissimo dono ne' colori da lui maneggiati come vero maestro, e
fu cagione che la Lombardia aprisse per lui gl'occhi, dove tanti belli
ingegni si son visti nella pittura, seguitandolo in fare opere lodevoli e
degne di memoria; perché mostrandoci i suoi capegli fatti con tanta