Page 770 - Giorgio Vasari
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commodo delle mercanzie et utilità del pubblico. Lavorò un quadro
               d'un Cristo che porta la croce et un giudeo lo tira, il quale col tempo
               fu posto nella chiesa di San Rocco, et oggi per la devozione che vi
               hanno molti, fa miracoli, come si vede. Lavorò in diversi luoghi, come
               a  Castelfranco  e  nel  trivisano,  e  fece  molti  ritratti  a  vari  principi

               italiani;  e  fuor  d'Italia  furono  mandate  molte  de  l'opere  sue,  come
               cose  degne  veramente,  per  far  testimonio  che  se  la  Toscana
               soprabbondava di artefici in ogni tempo, la parte ancora di là vicino a'

               monti non era abbandonata e dimenticata sempre dal cielo.
               Dicesi  che  Giorgione,  ragionando  con  alcuni  scultori  nel  tempo  che

               Andrea Verrocchio faceva il cavallo di bronzo, che volevano perché la
               scultura  mostrava  in  una  figura  sola  diverse  positure  e  vedute
               girandogli  a  torno,  che  per  questo  avanzasse  la  pittura,  che  non
               mostrava  in  una  figura  se  non  una  parte  sola,  Giorgione  che  era

               d'oppinione che in una storia di pittura si mostrasse senza avere a
               caminare a torno, ma in una sola occhiata tutte le sorti delle vedute
               che può fare in più gesti un uomo, (cosa che la scultura non può fare,
               se  non  mutando  il  sito  e  la  veduta,  talché  non  sono  una  ma  più

               vedute),  propose  di  più  che  da  una  figura  sola  di  pittura  voleva
               mostrare il dinanzi et il didietro et i due profili dai lati: cosa che e'
               fece  mettere  loro  il  cervello  a  partito.  E  la  fece  in  questo  modo:
               dipinse uno ignudo, che voltava le spalle et aveva in terra una fonte

               d'acqua  limpidissima,  nella  quale  fece  dentro  per  riverberazione  la
               parte  dinanzi;  da  un  de'  lati  era  un  corsaletto  brunito,  che  s'era
               spogliato,  nel  quale  era  il  profilo  manco,  perché  nel  lucido  di
               quell'arme si scorgeva ogni cosa; da l'altra parte era uno specchio,

               che  drento  vi  era  l'altro  lato  di  quello  ignudo;  cosa  di  bellissimo
               ghiribizzo  e  capriccio,  volendo  mostrare  in  effetto  che  la  pittura
               conduce con più virtù e fatica, e mostra in una vista sola del naturale,
               più che non fa la scultura. La qual opera fu sommamente lodata et

               ammirata, per ingegnosa e bella. Ritrasse ancora di naturale Caterina
               regina  di  Cipro,  qual  vidi  io  già  nelle  mani  del  clarissimo  Messer
               Giovan Cornaro: e nel nostro libro una testa colorita a olio, ritratta da
               un todesco di casa Fucheri, che allora era de' maggiori mercanti nel

               Fondaco  de'  tedeschi,  la  quale  è  cosa  mirabile,  insieme  con  altri
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