Page 759 - Giorgio Vasari
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Cenacolo, nella testa dove è una Passione di maniera vecchia,
ritrasse il detto Lodovico, con Massimiliano suo primogenito, e
dall'altra parte la duchessa Beatrice, con Francesco altro suo figliuolo,
che poi furono amendue duchi di Milano, che sono ritratti
divinamente. Mentre che egli attendeva a questa opera, propose al
Duca fare un cavallo di bronzo di maravigliosa grandezza, per
mettervi in memoria l'imagine del Duca. E tanto grande lo cominciò e
riuscì, che condur non si poté mai. Ècci chi ha avuto opinione (come
son varii e molte volte per invidia maligni, i giudizii umani) che
Lionardo (come dell'altre sue cose) lo cominciasse perché non si
finisse; perché, essendo di tanta grandezza in volerlo gettar d'un
pezzo, vi si vedeva difficultà incredibile, e si potrebbe anco credere,
che dall'effetto, molti abbin fatto questo giudizio, poiché delle cose
sue ne son molte rimase imperfette. Ma per il vero si può credere che
l'animo suo grandissimo et eccellentissimo per esser troppo
volontaroso fusse impedito, e che il voler cercare sempre eccellenza
sopra eccellenza, e perfezzione sopra perfezzione ne fusse cagione,
talché l'opra fusse ritardata dal desio, come disse il nostro Petrarca; e
nel vero quelli che veddono il modello, che Lionardo fece di terra
grande, giudicano non aver mai visto più bella cosa, né più superba, il
quale durò fino che i francesi vennono a Milano con Lodovico re di
Francia, che lo spezzarono tutto. Ènne anche smarrito un modello
piccolo di cera, ch'era tenuto perfetto, insieme con un libro di
notomia di cavagli fatta da lui per suo studio. Attese di poi, ma con
maggior cura, alla notomia degli uomini, aiutato e scambievolmente
aiutando in questo Messer Marc'Antonio della Torre, eccellente
filosofo, che allora leggeva in Pavia e scriveva di questa materia e fu
de' primi (come odo dire) che cominciò a illustrare con la dottrina di
Galeno le cose di medicina, et a dar vera luce alla notomia, fino a
quel tempo involta in molte e grandissime tenebre d'ignoranza. Et in
questo si servì maravigliosamente dell'ingegno, opera e mano di
Lionardo, che ne fece un libro disegnato di matita rossa e
tratteggiato di penna [dove disegnò cadaveri] che egli di sua mano
scorticò e ritrasse con grandissima diligenza, dove egli fece tutte le
ossature et a quelle congiunse poi con ordine tutti i nervi, e coperse
di muscoli i primi appiccati all'osso, et i secondi che tengono il fermo,