Page 756 - Giorgio Vasari
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Giovanni Gaddi, con questo epigramma:
Pinxit Virgilius Neptunum, pinxit Homerus
dum maris undisoni per vada flectit equos.
Mente quidem vates illum conspexit uterque
Vincius ast oculis, iureque vincit eos.
Vennegli fantasia di dipignere in un quadro a olio una testa d'una
Medusa con una acconciatura in capo con uno agrupamento di serpe
la più strana e stravagante invenzione che si possa immaginare mai;
ma come opera, che portava tempo, e come quasi interviene in tutte
le cose sue, rimase imperfetta. Questa è fra le cose eccellenti nel
palazzo del duca Cosimo insieme con una testa d'uno Angelo che alza
un braccio in aria, che scorta dalla spalla al gomito venendo inanzi, e
l'altro ne va al petto con una mano. È cosa mirabile, che quello
ingegno, che avendo desiderio di dare sommo rilievo alle cose che
egli faceva, andava tanto con l'ombre scure a trovare i fondi de' più
scuri, che cercava neri che ombrassino e fussino più scuri degl'altri
neri per fare del chiaro, mediante quegli, fussi più lucido; et infine
riusciva questo modo tanto tinto, che non vi rimanendo chiaro avevon
più forma di cose fatte per contrafare una notte, che una finezza del
lume del dì: ma tutto era per cercare di dare maggiore rilievo, di
trovar il fine e la perfezzione dell'arte.
Piacevagli tanto quando egli vedeva certe teste bizzarre, o con barbe
o con capegli degli uomini naturali, che arebbe seguitato uno, che gli
fussi piaciuto, un giorno intero e se lo metteva talmente nella idea,
che poi arrivato a casa lo disegnava come se l'avesse avuto presente.
Di questa sorte se ne vede molte teste e di femine e di maschi, e
n'ho io disegnato parechie di sua mano con la penna, nel nostro libro
de' disegni tante volte citato, come fu quella di Amerigo Vespucci,
ch'è una testa di vecchio bellissima disegnata di carbone e parimenti
quella di Scaramuccia, capitano de' Zingani, che poi ebbe Messer
Donato Valdanbrini d'Arezzo canonico di S. Lorenzo lassatagli dal