Page 753 - Giorgio Vasari
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tempo fino a disegnare gruppi di corde fatti con ordine, e che da un
               capo  seguissi  tutto  il  resto  fino  a  l'altro,  tanto  che  s'empiessi  un
               tondo, che se ne vede in istampa uno difficilissimo e molto bello, e
               nel mezzo vi sono queste parole: Leonardus Vinci Accademia; e fra
               questi  modegli  e  disegni  ve  n'era  uno,  col  quale  più  volte  a  molti

               cittadini ingegnosi, che allora governavano Fiorenza, mostrava volere
               alzare il tempio di San Giovanni di Fiorenza, e sottomettervi le scalee,
               senza  ruinarlo,  e  con  sì  forti  ragioni  lo  persuadeva,  che  pareva

               possibile, quantunque ciascuno, poi che e' si era partito, conoscesse
               per  se  medesimo  l'impossibilità  di  cotanta  impresa.  Era  tanto
               piacevole nella conversazione che tirava a sé gl'animi delle genti. E
               non  avendo  egli,  si  può  dir,  nulla,  e  poco  lavorando,  del  continuo
               tenne servitori e cavalli, de' quali si dilettò molto, e particularmente

               di  tutti  gl'altri  animali,  i  quali  con  grandissimo  amore  e  pacienza
               governava.  E  mostrollo  ché  spesso  passando  dai  luoghi  dove  si
               vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi

               li  vendeva  il  prezzo  che  n'era  chiesto,  li  lasciava  in  aria  a  volo,
               restituendoli la perduta libertà. Laonde volle la natura tanto favorirlo,
               che dovunque e' rivolse il pensiero, il cervello e l'animo, mostrò tanta
               divinità  nelle  cose  sue,  che  nel  dare  la  perfezzione,  di  prontezza,
               vivacità, bontade, vaghezza e grazia, nessuno altro mai gli fu pari.

               Vedesi bene che Lionardo per l'intelligenza de l'arte cominciò molte

               cose e nessuna mai ne finì, parendoli che la mano aggiugnere non
               potesse alla perfezzione dell'arte ne le cose, che egli si imaginava,
               conciò  sia  che  si  formava  nell'idea  alcune  difficultà  sottili  e  tanto
               maravigliose, che con le mani, ancora ch'elle fussero eccellentissime,

               non  si  sarebbono  espresse  mai.  E  tanti  furono  i  suoi  capricci,  che,
               filosofando de le cose naturali, attese a intendere la proprietà delle
               erbe, continuando et osservando il moto del cielo, il corso de la Luna
               e gl'andamenti del Sole.

               Acconciossi  dunque,  come  è  detto,  per  via  di  ser  Piero,  nella  sua
               fanciullezza a l'arte con Andrea del Verrocchio, il quale, faccendo una

               tavola  dove  San  Giovanni  battezzava  Cristo,  Lionardo  lavorò  un
               Angelo,  che  teneva  alcune  vesti;  e  benché  fosse  giovanetto,  lo
               condusse di tal maniera che molto meglio de le figure d'Andrea stava
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