Page 723 - Giorgio Vasari
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ogni sua speranza ne' beni della fortuna, e per danari arebbe fatto
               ogni male contratto. Guadagnò molte ricchezze, et in Fiorenza murò e
               comprò  case,  et  in  Perugia  et  a  Castello  della  Pieve  acquistò  molti
               beni stabili. Tolse per moglie una bellissima giovane e n'ebbe figliuoli;
               e si dilettò tanto che ella portasse leggiadre acconciature, e fuori et

               in casa, che si dice che egli spesse volte l'acconciava di sua mano.
               Finalmente  venuto  Pietro  in  vecchiezza,  d'anni  LXXVIII  finì  il  corso
               della vita sua nel Castello della Pieve, dove fu onoratamente sepolto

               l'anno 1524.
               Fece Pietro molti maestri di quella maniera, et uno fra gl'altri che fu

               veramente eccellentissimo, il quale datosi tutto agl'onorati studi della
               pittura,  passò  di  gran  lunga  il  maestro:  e  questo  fu  il  miracoloso
               Raffaello  Sanzio  da  Urbino,  il  quale  molti  anni  lavorò  con  Pietro  in
               compagnia  di  Giovanni  de'  Santi  suo  padre.  Fu  anco  discepolo  di

               costui il Pinturicchio pittor perugino il quale, come si è detto nella vita
               sua, tenne sempre la maniera di Pietro. Fu similmente suo discepolo
               Rocco Zoppo, pittor fiorentino, di mano del quale ha in un tondo una
               Nostra Donna molto bella, Filippo Salviati; ma è ben vero ch'ella fu

               finita del tutto da esso Pietro. Lavorò il medesimo Rocco molti quadri
               di Madonne e fece molti ritratti, de' quali non fa bisogno ragionare.
               Dirò bene che ritrasse in Roma nella cappella di Sisto, Girolamo Riario
               e Francesco Piero cardinale di San Sisto. Fu anco discepolo di Pietro il

               Montevarchi, che in San Giovanni di Valdarno dipinse molte opere, e
               particolarmente nella Madonna l'istorie del miracolo del latte. Lasciò
               ancora molte opere in Montevarchi sua patria. Imparò parimente da
               Pietro  e  stette  assai  tempo  seco,  Gerino  da  Pistoia,  del  quale  si  è

               ragionato  nella  vita  del  Pinturicchio,  e  così  anco  Baccio  Ubertino
               fiorentino,  il  quale  fu  diligentissimo  così  nel  colorito  come  nel
               disegno, onde molto se ne servì Pietro. Di mano di costui è nel nostro
               libro un disegno d'un Cristo battuto alla colonna, fatto di penna, che è

               cosa molto vaga.
               Di  questo  Baccio  fu  fratello,  e  similmente  discepolo  di  Pietro,

               Francesco  che  fu  per  sopranome  detto  il  Bacchiacca,  il  quale  fu
               diligentissimo maestro di figure piccole, come si può vedere in molte
               opere  state  da  lui  lavorate  in  Firenze,  e  massimamente  in  casa
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