Page 719 - Giorgio Vasari
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d'accordo del prezzo in cento scudi d'oro; la quale opera fu venduta
da Bernardino al re di Francia quattrocento ducati d'oro. A Valle
Ombrosa dipinse una tavola per lo altar maggiore, e nella Certosa di
Pavia lavorò similmente una tavola a que' frati. Dipinse al cardinal
Caraffa di Napoli nello piscopio allo altar maggiore, una assunzione di
Nostra Donna e gl'Apostoli ammirati intorno al sepolcro. Et all'abbate
Simone de' Graziani al Borgo a S. Sepolcro una tavola grande, la
quale fece in Fiorenza, che fu portata in S. Gilio del Borgo sulle spalle
de' facchini con spesa grandissima. Mandò a Bologna a S. Giovanni in
Monte una tavola con alcune figure ritte et una Madonna in aria, per
che talmente si sparse la fama di Pietro per Italia e fuori, che e' fu da
Sisto IIII pontefice, con molta sua gloria condotto a Roma a lavorare
nella cappella in compagnia degli altri artefici eccellenti; dove fece la
storia di Cristo quando dà le chiavi a S. Pietro, in compagnia di don
Bartolomeo della Gatta abate di S. Clemente di Arezzo, e similmente
la natività et il battesimo di Cristo, et il nascimento di Mosè, quando
dalla figliuola di Faraone è ripescato nella cestella. E nella medesima
faccia dove è l'altare, fece la tavola in muro con l'assunzione della
Madonna, dove ginocchioni ritrasse papa Sisto. Ma queste opere
furono mandate a terra per fare la facciata del giudicio del divin
Michel Agnolo, a tempo di papa Paolo III. Lavorò una volta, in torre
Borgia nel palazzo del papa, con alcune storie di Cristo e fogliami di
chiaro oscuro, i quali ebbero al suo tempo nome straordinario di
essere eccellenti. In Roma medesimamente in S. Marco, fece una
storia di due martiri allato al Sacramento, opera delle buone che egli
facesse in Roma. Fece ancora nel palazzo di S. Apostolo per Sciarra
Colonna una loggia et altre stanze. Le quali opere gli misero in mano
grandissima quantità di danari, laonde risolutosi a non stare più in
Roma, partitosene con buon favore di tutta la corte, a Perugia sua
patria se ne tornò; et in molti luoghi della città finì tavole e lavori a
fresco, e particolarmente in palazzo una tavola a olio nella cappella
de' signori, dentrovi la Nostra Donna et altri Santi. A S. Francesco del
Monte dipinse due cappelle a fresco, in una la storia de' Magi che
vanno a offerire a Cristo, e nell'altra il martirio d'alcuni frati di S.
Francesco, i quali andando al soldano di Babilonia, furono occisi. In S.
Francesco del convento dipinse similmente a olio due tavole, in una