Page 720 - Giorgio Vasari
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la Resurezione di Cristo, e nell'altra S. Giovanni Battista et altri Santi.
               Nella  chiesa  de'  Servi  fece  parimente  due  tavole,  in  una  la
               trasfigurazione  del  Nostro  Signore  e  nell'altra,  che  è  accanto  alla
               sagrestia,  la  storia  de'  Magi;  ma  perché  queste  non  sono  di  quella
               bontà che sono l'altre cose di Piero, si tien per fermo ch'elle siano

               delle prime opere che facesse. In S. Lorenzo, Duomo della medesima
               città, è di mano di Piero nella cappella del Crucifisso la Nostra Donna,
               S.  Giovanni,  e  l'altre  Marie,  S.  Lorenzo,  S.  Iacopo  et  altri  Santi.

               Dipinse  ancora,  all'altare  del  Sagramento,  dove  sta  riposto  l'anello
               con  che  fu  sposata  la  Vergine  Maria,  lo  sposalizio  di  essa  Vergine.
               Dopo  fece  a  fresco  tutta  l'udienza  del  Cambio,  cioè  nel  partimento
               della  volta  i  sette  pianeti  tirati  sopra  certi  carri  da  diversi  animali,
               secondo  l'uso  vecchio,  e  nella  facciata,  quando  si  entra  dirimpetto

               alla porta, la Natività e la Resurrezione di Cristo; et in una tavola un
               S. Giovanni Batista in mezzo a certi altri Santi. Nelle facciate poi dalle
               bande  dipinse,  secondo  la  maniera  sua,  Fabio  Massimo,  Socrate,

               Numa  Pompilio,  F.  Camillo,  Pitagora,  Traiano,  L.  Sicinio,  Leonida
               Spartano,  Orazio  Cocle,  Fabio  Sempronio,  Pericle  ateniese  e
               Cincinnato.  Nell'altra  facciata  fece  le  Sibille,  i  profeti  Isaia,  Moisè,
               Daniel, Davit, Ieremia, Salamone, Eritrea, Libica, Tiburtina, Delfica e
               l'altre.  E  sotto  ciascuna  delle  dette  figure  fece,  a  uso  di  motti,  in

               scrittura  alcune  cose  che  dissero,  le  quali  sono  a  proposito  di  quel
               luogo;  et  in  uno  ornamento  fece  il  suo  ritratto  che  pare  vivissimo,
               scrivendovi  sotto  il  nome  suo  in  questo  modo:  Petrus  Perusinus

               Egregius  Pictor:  perdita  si  fuerat,  pingendo  hic  retulit  artem.  Si
               nunquam  inventa  esset  hactenus  ipse  dedit.  Anno  domini  1500.
               Questa opera, che fu bellissima e lodata più che alcun'altra che da
               Pietro fusse in Perugia lavorata, è oggi dagl'uomini di quella città, per
               memoria  d'un  sì  lodato  artefice  della  patria  loro,  tenuta  in  pregio.

               Fece  poi  il  medesimo  nella  chiesa  di  S.  Agostino  alla  cappella
               maggiore, in una tavola grande isolata e con ricco ornamento intorno,
               nella parte dinanzi S. Giovanni che battezza Cristo, e di dietro, cioè

               dalla banda che risponde in coro, la Natività di esso Cristo; nelle teste
               alcuni Santi, e nella predella molte storie di figure piccole con molta
               diligenza. Et in detta chiesa fece per Messer Benedetto Calera una
               tavola  alla  cappella  di  S.  Niccolò.  Dopo  tornato  a  Firenze,  fece  ai
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