Page 714 - Giorgio Vasari
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Studiò sotto la disciplina d'Andrea Verrocchio, e le prime sue figure
furono fuor della porta al Prato, in S. Martino alle monache, oggi
ruinato per le guerre, et in Camaldoli un S. Girolamo in muro allora
molto stimato da' Fiorentini, e con lode messo inanzi per aver fatto
quel santo vecchio, magro et asciutto con gl'occhi fisso nel Crucifisso,
e tanto consumato che pare una notomia, come si può vedere in uno
cavato da quello, che ha il già detto Bartolomeo Gondi. Venne
dunque in pochi anni in tanto credito, che de l'opere sue s'empié non
solo Fiorenza et Italia, ma la Francia, la Spagna e molti altri paesi,
dove elle furono mandate. Laonde, tenute le cose sue in riputazione
e pregio grandissimo, cominciarono i mercanti a fare incetta di quelle,
et a mandarle fuori in diversi paesi, con molto loro utile e guadagno.
Lavorò alle donne di S. Chiara, in una tavola un Cristo morto con sì
vago colorito e nuovo, e che fece credere agl'artefici d'avere a essere
maraviglioso et eccellente. Veggonsi in questa opera alcune
bellissime teste di vecchi, e similmente certe Marie, che restate di
piagnere, considerano il Morto con ammirazione et amore
straordinario; oltre che vi fece un paese, che fu tenuto allora
bellissimo, per non si esser ancora veduto il vero modo di fargli, come
si è veduto poi. Dicesi che Francesco del Pugliese volle dare alle
dette monache tre volte tanti danari, quanti elle avevano pagato a
Pietro, e farne far loro una simile a quella, di mano propria del
medesimo, e che elle non vollono acconsentire, perché Pietro disse
che non credeva poter quella paragonare. Erano anco fuor della porta
a' Pinti, nel convento de' frati Gesuiti, molte cose di man di Pietro; ma
perché oggi la detta chiesa e convento sono rovinati, non voglio che
mi paia fatica, con questa occasione, prima che io più oltre in questa
vita proceda, dirne alcune poche cose. Questa chiesa dunque, la
quale fu architettura d'Antonio di Giorgio da Settignano, era longa
braccia quaranta e larga venti; a sommo, per quattro scaglioni, o
vero gradi, si saliva a un piano di braccia sei, sopra il qual era l'altar
maggiore con molti ornamenti di pietre intagliate, e sopra il detto
altare era posta con ricco ornamento una tavola, come si è detto, di
mano di Domenico Ghirlandaio. A mezzo la chiesa era un tramezzo di
muro, con una porta traforata dal mezzo in su, la quale mettevano in
mezzo due altari, sopra ciascuno de' quali era, come si dirà, una