Page 705 - Giorgio Vasari
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VITA DI FRANCESCO FRANCIA BOLOGNESE OREFICE E
PITTORE
Francesco Francia, il quale nacque in Bologna l'anno 1450 di persone
artigiane ma assai costumate e da bene, fu posto nella sua prima
fanciullezza all'orefice; nel quale esercizio adoperandosi con ingegno
e spirito, si fece crescendo di persona e d'aspetto tanto ben
proporzionato, e nella conversazione e nel parlare tanto dolce e
piacevole, che ebbe forza di tenere allegro e senza pensieri col suo
ragionamento qualunche fusse più malinconico, per lo che fu non
solamente amato da tutti coloro che di lui ebbono cognizione, ma ora
da molti principi italiani et altri signori. Attendendo dunque, mentre
stava all'orefice, al disegno, in quello tanto si compiacque che
svegliando l'ingegno a maggior cose, fece in quello grandissimo
profitto, come per molte cose lavorate d'argento in Bologna sua
patria si può vedere, e particolarmente in alcuni lavori di niello
eccellentissimi. Nella qual maniera di fare mise molte volte nello
spazio di due dita d'altezza e poco più lungo venti figurine
proporzionatissime e belle. Lavorò di smalto ancora molte cose
d'argento, che andarono male nella rovina e cacciata de' Bentivogli. E
per dirlo in una parola lavorò egli qualunche cosa può far quell'arte,
meglio che altri facesse già mai. Ma quello di che egli si dilettò sopra
modo et in che fu eccellente, fu il fare conii per medaglie, nel che fu
ne' tempi suoi singularissimo, come si può vedere in alcune che ne
fece, dove è naturalissima la testa di papa Giulio Secondo che
stettono a paragone di quelle di Caradosso. Oltra che fece le
medaglie del signor Giovanni Bentivogli che par vivo, e d'infiniti
principi, i quali nel passaggio di Bologna si fermavano, et egli faceva
le medaglie ritratte in cera, e poi finite le madri de' conii, le mandava
loro; di che, oltra la immortalità della fama, trasse ancora presenti
grandissimi. Tenne continuamente mentre che e' visse la Zecca di
Bologna; e fece le stampe di tutti i conii per quella, nel tempo che i
Bentivogli reggevano; e poiché se n'andarono, ancora mentre che
visse papa Iulio, come ne rendono chiarezza le monete che il papa